Finita la quarantena, possono tornare a scuola i bambini cinesi di Canda

Domenica 2 Febbraio 2020 di Roberta Paulon
Nessun sintomo di coronavirus nella famiglia cinese in quarantena
ROVIGO - Nessun sintomo, ma la guardia resta alta. Le persone in quarantena in Polesine si riducono e non presentano sintomi del virus che sta spaventando il mondo. Possono poi tornare a scuola i due piccoli allievi delle scuole primarie di Castelguglielmo, messi in quarantena a titolo precauzionale, dopo il rientro dalla Cina. I bimbi che abitano a Canda sono alunni rispettivamente delle scuole elementari, figli di genitori ben integrati nel tessuto sociale locale. Tornati da oltre 12 giorni, stanno bene.
È in buone condizioni anche la famiglia di Corbola di cui è giunta notizia venerdì. Madre, padre e tra bambine sono in quarantena per essere rientrati da una delle zone a rischio, ma risultano asintomatiche. Visto che il periodo di incubazione è di 10-12 giorni, tuttavia, non possono avere contatti con l’esterno.

IL QUADRO VENETO
A parte la coppia di turisti cinesi transitata per una notta e Verona e ora ricoverata all’ospedale Spallanzani di Roma, a oggi in Veneto si è registrato un solo caso sospetto secondo i parametri sanitari ufficiali (insufficienza respiratoria acuta, tosse e febbre superiore a 38). Si tratta di un cittadino brasiliano che si trovava a Verona proveniente dalla Cina. Il campione immediatamente effettuato e analizzato allo Spallanzani ha dato esito negativo. Tutti negativi sono risultati anche i campioni analizzati di persone che si sono presentate con sintomi lievi, o asintomatiche, dichiarando di aver avuto contatti recenti con la Cina.
Le informazioni sono state date ieri nel corso di un punto stampa sulla situazione legata al “coronavirus cinese”, organizzato a Palazzo Balbi, sede della giunta regionale del Veneto, dal presidente della Regione Luca Zaia, che era affiancato dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, dal direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan, dalla dirigente della direzione regionale Prevenzione Francesca Russo. Riassumendo i protocolli già messi in atto dal sistema sanitario veneto, Zaia ha informato che è stata attivata una task force regionale e sono state attivate identiche strutture in ogni Ulss con gruppi di risposta rapida.
«Il presidio c’è ed è ben collaudato - ha detto Zaia - perché è attivata un’organizzazione studiata nei minimi particolari sin dal 2012. Ci sono dei casi a macchia di leopardo in vari paesi del mondo ed è presumibile che come nel caso dell’influenza stagionale quando il picco non è ancora stato raggiunto, i numeri cresceranno. Mi sento di raccomandare ai nostri cittadini di non farsi prendere dal panico e di rivolgersi con fiducia alla rete sanitaria, che è tutta attiva».
L’assessore veneto Manuela Lanzarin ha assicurato che non c’è pericolo nelle scuole. Sul piano della prevenzione, il direttore generale Mantoan ha spiegato che «siamo di fronte a un virus molto infettivo, ma a bassa mortalità, relativamente all’immenso numero di cittadini cinesi coinvolti».

PSICOSI MASCHERINE
Il pronto soccorso di Rovigo spiega che non è il caso di utilizzare delle mascherine se si è in buona salute. Questi dispositivi stanno andando a ruba un po’ ovunque. «La mascherina - spiegano i medici dell’Ulss 5 spiegando l’uso corretto - è inutile per chi sta bene. Serve, invece, a limitare la propagazione di particelle di saliva da parte di chi ha già la malattia, per esempio al momento del triage in pronto».
Il protocollo negli ospedali veneti prevede che il paziente con sintomi anche banali venga subito dotato di mascherina e inviato in reparto senza attraversare aree comuni come le sale d’attesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci