«Centri diurni chiusi, in difficoltà tante famiglie con ragazzi disabili»

Sabato 4 Aprile 2020 di Alessandro Garbo
Sonia Bianchini, sindaco di Fiesso Umbertiano con la figlia Jessica Renesto
FIESSO UMBERTIANO - Con forza e coraggio, da 28, lunghissimi, anni. Sonia Bianchini, sindaco di Fiesso Umbertiano, è la mamma di Jessica Renesto, ragazza classe ’91, affetta da un grave ritardo psicomotorio. L’emergenza Coronavirus va ad aggiungersi alle altre difficoltà che vivono quotidianamente le famiglie con ragazzi disabili. I centri diurni sono stati chiusi a metà marzo, anche in Polesine, per evitare focolai e contagi. «È un brutto periodo - ammette Sonia Bianchini – mia figlia da tre anni frequenta durante la settimana il Centro educativo occupazionale diurno (Ceod). Nella struttura di Canda i ragazzi vengono impegnati nei laboratori di cucina e cucito, escono una volta a settimana per la colazione al bar, fanno piccole gite ai mercati e ai centri commerciali, per conoscere altre realtà. Non vanno mai lasciati fermi, senza fare niente, perché, altrimenti, sono a rischio stereotipie – movimenti ripetitivi, a volte autolesionistici – che poi possono aggravarsi».
  PUNTO DI RIFERIMENTO La malattia che ha colpito Jessica, purtroppo, non le consente di svolgere attività al Ceod come altri ragazzi, ma per la sua famiglia sta comunque mancando un importante punto di riferimento. «Prima il pulmino veniva a prenderla alle 8.15 e la riportava a casa alle 16.15 del pomeriggio. Ora, invece, sto facendo affidamento sui miei genitori, che abitano a Pincara e sono barricati in casa da un mese e mezzo – racconta la madre - io al momento faccio il sindaco a tempo pieno e sono molto impegnata nel corso della giornata».
Il supporto dei nonni è fondamentale: «I miei genitori Liviana e Dino conoscono Jessica - spiega Sonia Bianchini - sanno come gestirla e come interpretare determinate situazioni. La portano fuori, nel giardino o nell’orto, ma per il resto mi occupo io di andare a fare la spesa, non voglio che la mia famiglia abbia altri contatti con l’esterno e che il virus entri nelle nostre vite». Jessica non vede il padre da oltre un mese. «Di solito lui viene a prenderla nel fine settimana. Come autotrasportatore è spesso in giro per lavoro, anche in Lombardia, abbiamo preferito al momento evitare contatti».

 BISOGNO DI USCIRE Poi il sindaco di Fiesso fa una considerazione generale: «Serve tanta forza per affrontare situazioni del genere.
Capisco il disagio delle famiglie con bambini disabili in questo periodo, per alcuni ragazzi è fondamentale uscire - ma il Comune è vicino alle famiglie di Fiesso - stiamo seguendo dieci-dodici casi in questi anni in paese. Cerchiamo di aiutare i nostri ragazzi e tutelarli; sono anche figli miei. Ogni anno organizziamo alla tradizionale Fiera di settembre una cena di beneficenza che serve a finanziare il doposcuola e dare un sollievo alle famiglie, diamo la possibilità di accedere ai campi estivi con un contributo. E da anni, gruppi di volontariato e della parrocchia, al sabato pomeriggio si offrono per assistere i ragazzi e concedere, così, qualche ora d’aria alle famiglie, necessaria magari andare a fare la spesa». «Non voglio che la mia storia personale venga strumentalizzata. Da quando sono entrata in amministrazione, ho cercato di “arrangiarmi” per la gestione di mia figlia, facendo affidamento solo sui parenti». Alcune notti lasciano il segno nel cuore e nelle parole: «Capita che si metta a urlare, sia impaurita e non voglia scendere dal letto. È molto peggio di un attacco di panico, è una forma di epilessia secondaria, può capitare alcune volte in un mese». Tolta la fascia tricolore, Sonia Bianchini torna a casa, dalla sua Jessica. Tantissime le foto postate sui social, momenti semplici, baci e carezze. Un rapporto indissolubile che la lega alla figlia, dal 1991. 
Ultimo aggiornamento: 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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