Grido d'allarme del Consorzio: «Cozza Dop a rischio estinzione»

Mercoledì 20 Maggio 2020 di Anna Nani
La cozza Dop di Scardovari è a rischio estinzione
PORTO TOLLE - «Come già ribadito anche dai miei colleghi presidenti di cooperative la situazione è drammatica. La cozza Dop, unica in Italia, è destinata a scomparire se non saranno fatti al più presto degli interventi nella Sacca di Scardovari». A parlare è Paolo Mancin presidente della coop Delta Padano, nonché del Consorzio tutela cozza Dop di Scardovari che non nasconde la propria preoccupazione per la campagna dell'oro nero del Delta.
«Siamo a metà maggio e per la questione del Covid-19 che ha bloccato tutta la filiera legata alla ristorazione non abbiamo ancora iniziato la campagna di raccolta - continua Mancin -. Tra l'altro continuiamo a denunciare nei vari tavoli e videoconferenze la necessità di lavori di vivificazione in Sacca. Devono partire rapidamente i lavori, non c'è più tempo da perdere altrimenti il mestiere del vivaista di mitili sparirà con tutto ciò che ne consegue».
SENZA SOLUZIONI
Ricorda il presidente come di questo argomento si discuta da anni ma di come non si sia ancora trovata una soluzione adeguata: «Quando venne il Governatore Zaia nel Delta per la campagna elettorale del sindaco Roberto Pizzoli avevamo esposto i nostri problemi nelle lagune, ci lasciassero almeno la possibilità di intervenire direttamente anche perché stiamo seriamente rischiando di perdere non soltanto la nostra attività ma anche il futuro dei nostri giovani che qui potrebbero trovare uno sbocco lavorativo».
Sottolinea ancora Mancin: «Ci sono state presentate un anno fa le famose linee guida, ma del piano morfologico non c'è ancora traccia. Noi dirigenti delle cooperative percepiamo giornalmente la disperazione e la rabbia dei nostri produttori che non riescono più a fare quello che facevano una decina di anni fa quando nelle lagune c'era il ricircolo costante dell'acqua».
VIVIFICAZIONE URGENTE
Un problema quello legato all'ossigeno dell'acqua che va a colpire anche le vongole, oltre alle cozze e che sta mettendo a serio repentaglio la produzione di mitilo di Denominazione di Origine Protetta appunto. «Da una 60ina di allevatori di Dop sono diventati 33 evidenzia il presidente del Consorzio Tutela -. Il protocollo per questo tipo di cozza è infatti molto rigido, per mancanza di ricircolo di acqua i mitili si riempiono più tardi, il periodo di produzione si è accorciato perciò tanti hanno preferito tornare alle cozze normali. Quindi mi domando: ma come facciamo a promuovere un prodotto che non abbiamo o che abbiamo solo per 20 giorni per i noti problemi che ha la nostra Sacca?».
ATTESA ETERNA
Un mestiere quello dei vivaisti di mitili in bilico perenne: da un lato degli interventi di vivificazione per mantenere vive le lagune, dall'altra del meteo e in questo 2020 il Covid-19. «Con questo virus tutti hanno la scusa giusta. Però 2 mesi non giustificano un'attesa di 4/5 anni per avere dei lavori. Abbiamo anche scritto alla ministra Bellanova perché ci ricevesse ma non abbiamo mai ottenuto risposta: noi siamo veramente stanchi di ricevere promesse».
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