Produrre grano senza pesticidi si può: lo conferma una sperimentazione di Confagricoltura

Giovedì 31 Marzo 2022 di Marco Scarazzatti
Tre anni di sperimentazioni in aziende agricole del Polesine

ROVIGO - Confagricoltura Rovigo ha presentato ieri mattina, la conclusione del progetto “Smart-Pest 4.0”, tramite il quale è stata eseguita la sperimentazione per la riduzione dei fitofarmaci sul grano. Molto incoraggianti i risultati. «Con Smart-Pest 4.0 è stato sperimentato un modello, su scala aziendale e collettiva, per ridurre l’uso dei fitofarmaci nella coltivazione del frumento e prevenire inquinamenti puntiformi sui terreni e nelle acque superficiali - ha spiegato il presidente di Confagricoltura, Lauro Ballani -. La sperimentazione, che si è protratta per un triennio, si è svolta in alcune aziende agricole del Delta. Per la precisione a Corbola, Taglio di Po, Porto Viro, Porto Tolle. Hanno partecipato assieme a noi Terre del Delta società cooperativa agricola, in qualità di capofila, Horta Srl, Polaris Srl, Società agricola Cà Pisani, azienda agricola Ca' Tiepolo di Alberto Protti, Uccellatori società agricola». Sono intervenuti: Massimo Chiarelli (direttore di Confagricoltura Rovigo), Matteo Ruggeri (Horta Srl), Gianluca Carraro (agronomo), Marco Leone (Polaris Srl), oltre ai rappresentanti delle aziende agricole. Inoltre, Ercole Zanellati (presidente Terre del Delta), e Andrea Bimbatti presidente di Polaris.

SERVIZIO OTTIMO

Dopo la presentazione di un video, che riassume gli ultimi due anni di lavoro, è stata data la parola a Matteo Ruggeri. «È stato fornito un servizio teso ad individuare i modelli migliori per fare i trattamenti, che non sempre sono giustificati. Alla fine del progetto è stata creata una Web App, per verificare le malattie, anche tramite una successiva smart App. Tramite quest’ultima sono state messe a fuoco le cinque malattie principali della spiga del grano ed è stata fatta anche una valutazione del profilo di sostenibilità, valutando quello che è l’impatto ambientale, tenendo conto pure della qualità di aria e acqua. Inoltre sono state registrate tutte le operazioni colturali, compresi i concimi e i vari mezzi tecnici utilizzati nel corso dell’intera stagione. Alla fine è emerso che sono necessari meno trattamenti di quelli che si pensa siano utili, per dormire sereni. Un solo trattamento è utile: quello che viene fatto in fase di fioritura. Sara’ così anche quest’anno, visto quello che è stato l’andamento del meteo: freddo e secco. I rischi sono bassissimi e quindi non sono necessari trattamenti fito. I risultati che abbiamo riscontrato sono stati buoni dal punto di vista della sostenibiltà. Le zone del Delta del Po sono infatti risultate come aree molto sostenibili».

PROVE SUL CAMPO

Ercole Zanellati, presidente di Terre del Delta, ha sottolineato che «l’utilizzo e la prova in campo di metodologie di supporto alle decisioni, rappresentava un modello di gestione agronomica non conosciuto alle aziende socie e di difficile interpretazione pratica. Con lo sviluppo del progetto, abbiamo invece constatato, che questi strumenti, se opportunamente gestiti, possano portare ad un utilizzo efficace dei prodotti fitosanitari e della risorsa idrica”. Andrea Bimbatti presidente di Polaris ha così concluso: “Siamo orgogliosi di avere partecipato al progetto. Siamo a disposizione delle associazioni ma anche delle aziende agricole con le quali già collaboriamo. Tutto quello che può essere la direzione della sostenibilità ambientale e quindi del miglioramento dell’ambiente, con recupero o miglioramento del rifiuto ai fini dello smaltimento a costi inferiori, non solo per le aziende ma anche per la collettività, noi siamo a disposizione ovviamente per lavorare».

Ultimo aggiornamento: 07:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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