Aggressioni e stupri in serie, condannato a 12 anni con rito abbreviato

Giovedì 18 Giugno 2020 di Francesco Campi
Aggrediva e stuprava le sue vittime, condannato a 12 anni
BADIA POLESINE - Per tre volte ha aggredito indisturbato altrettante giovani donne, di notte, avvicinandosi mentre erano sole e minacciandole con un coltello, in caso costringendo a un rapporto orale la vittima poco più che maggiorenne, in un altro masturbandosi di fronte a una 34enne e cercando invano di derubarla e, nell’ultima occasione, riuscendo solo a rapinare la vittima, una 43enne, spinta a terra, per poi darsi alla fuga perché le grida della donna avevano richiamato l’attenzione. Poi, dopo aver seminato il terrore per circa una settimana, esattamente un anno fa, era sparito.
Ieri, però, Abdelilah El Maniary, 37 enne marocchino, fino allo scorso anno residente a Rovigo, è stato condannato a 12 anni con rito abbreviato dal giudice per le udienze preliminari Raffaele Belvederi. Una vicenda rimasta sottotraccia, con le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo, che hanno annodato i fili di quello che sembrava un vero giallo. Un elemento ha offerto una prima traccia concreta: l’ultima delle tre donne aggredite aveva descritto l’uomo che l’aveva rapinata, oltre che nella denuncia, anche al proprio fidanzato. Che, per caso, in un bar, a Badia, si è trovato vicino un uomo che poteva corrispondere al ritratto che gli era stato fatto. 
LA PISTA 
Con prontezza di spirito, gli aveva scattato una foto e la sua ragazza l’aveva riconosciuto. Grazie a ciò i carabinieri erano poi riusciti a risalire a El Maniary e, addirittura, a rintracciarlo, prima a Bologna, poi, in Lombardia. Quando è arrivato il riscontro del dna che collegava i tre episodi al 37enne, però, questo era riuscito a far perdere le proprie tracce. Pensando di essere al sicuro, a gennaio si è presentato all’Hotel Kennedy di Milano consegnando i propri documenti per la registrazione. Inseriti i dati, però, è scattato l’alert e in pochi minuti una volante della polizia ha raggiunto l’albergo e l’ha arrestato accompagnandolo in carcere, ora nella casa circondariale di Padova. Ed è ancora lì che si trova El Maniary. Nel capo d’imputazione sono stati ricostruite le tre aggressioni, con una doppia accusa di violenza sessuale aggravata, una di tentata rapina e una di rapina aggravata. Ieri è stato giudicato con rito abbreviato, ottenendo quindi la riduzione di un terzo della pena, ma venendo comunque condannato a 12 anni di reclusione. 
Tutto inizia il 22 giugno, quando l’uomo avvicina una donna straniera che stava rincasando ed era sola per strada. Tenta di rapinarla, brandendo una lama, ma la donna riesce a resistere e dissuaderlo. Lui, in stato confusionale, desiste dalla rapina ma poi cerca di fare sesso con lei, masturbandosi e scappa via. Torna a colpire quattro giorni dopo, sempre di notte, sull’argine dell’Adige, avvicinandosi una giovane sempre di origini straniere, appena maggiorenne, che sta passeggiando da sola. La minaccia con un coltello, la costringe a un rapporto sessuale orale. Terzo assalto il 29 giugno, ma la donna presa di mira, sempre di notte e sempre mentre era da sola, inizia a urlare a squarciagola, facendolo così scappare, non prima però di aver arraffato la sua borsa. 
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