Comune e Rhodigium nuoto davanti al giudice per gli affitti non pagati della piscina: causa da 2 milioni

Martedì 3 Gennaio 2023 di Elisa Barion
La piscina di Rovigo

ROVIGO - Per una partita milionaria che si è chiusa tra il 2019 e il 2020, quella legata al project financing per la realizzazione del polo natatorio, un’altra, sempre milionaria e sempre legata alla piscina di viale Porta Po, si è appena aperta e vede contrapposti il Comune e la società che ha in gestione l’impianto, ovvero Rhodigium nuoto 2006, guidata dal presidente e legale rappresentante Silvano Lindaver. È da tempo che tra i due enti c’è più di qualche attrito per via di rate che secondo Palazzo Nodari, non sono state pagate dalla Rhodigium fino ad accumulare un debito che si aggirerebbe intorno ai due milioni. Soldi che la Rhodigium non ha intenzione di sborsare sostenendo di averli già spesi per realizzare manutenzioni straordinarie all’impianto. Tutto si innesta intorno alla vicenda del project e della successiva surroga con “saldo e stralcio” che hanno complicato le cose. Come se non bastasse, a rendere ancora più intricata la matassa si è aggiunto negli ultimi due anni il Covid. E così tra il Comune e la società sportiva si è aperto un contenzioso e proprio nei giorni scorsi si è tenuta, al tribunale di Rovigo, una prima udienza sul caso.

LO SCONTRO GIUDIZIARIO

A darne i dettagli sono il sindaco Edoardo Gaffeo edil segretario generale Alessandro Ballarin, che rispondono alla richiesta di chiarimenti avanzata dal capogruppo della Lega Michele Aretusini: «Siamo stati chiamati in giudizio dagli attuali gestori del polo natatorio - ha affermato - per i crediti del Comune pari a 2 milioni e per i canoni».
A rispondere ad Aretusini fornendo i dettagli della vicenda che ha coinvolto anche lo studio del noto avvocato, costituzionalista e docente universitario Mario Bertolissi, è il segretario Ballarin: «Nel 2021 - spiega - sono state formulate due messe in mora nei confronti della Rhodigium nuoto che attualmente occupa l’impianto natatorio a seguito della conclusione del concordato da parte dell’ufficio Sport. Due messe in mora con richiesta di tutte le somme dovute per i canoni di locazione della piscina. Poi con lo studio Bertolissi c’è stato un tentativo di definire la questione con la ditta. Queste interlocuzioni sono durate quasi un anno e poi sono terminate. Si voleva proporre una conclusione bonaria, ma è stato impossibile concluderla in quanto la ditta avanza delle presunte pretese di avere eseguito dei lavori di manutenzione straordinaria sull’impianto che in realtà sarebbero stati a carico di Veneto Nuoto. Attualmente c’è un tentativo di conciliazione, come accertamento tecnico preventivo, per stabilire queste somme con un Ctu e dei Ctp (rispettivamente perito del giudice e perito di parte, ndr), davanti al tribunale di Rovigo. L’udienza è stata fatta recentemente. Quello che si chiede è l’individuazione dei beni, della loro titolarità e del loro importo per quanto riguarda i beni mobili presenti nella piscina. E anche per i lavori di manutenzione straordinaria eseguiti, perché i dati forniti dalla ditta non concordano con la valutazione dell’ufficio tecnico riguardo la loro natura di lavori di straordinaria manutenzione. Nella recente udienza, nella quale sono stati definiti i quesiti del Ctu, è stato fatto presente dall’avvocatura civica che abbiamo due questioni urgenti: una che dobbiamo andare in gara, l’altra che il Comune è beneficiario di fondi Pnrr. Per cui abbiamo concordato che, nell’interesse del Comune, a gennaio inizino i lavori peritali. Non possiamo fare altro perché una alterazione dello stato dei luoghi potrebbe andare a danno del Comune».

AFFITTI NON PAGATI

Il sindaco Gaffeo ricostruisce la situazione. «La società veicolo Veneto Nuoto aveva affittato il ramo d’azienda, per quanto riguarda l’attività gestionale della piscina, a una società che era una gemmazione di Padova Nuoto, cioè Rhodigium 2006. L’affitto del ramo d’azienda, sul contratto che era originariamente con la società veicolo Veneto Nuoto, prevedeva il pagamento di un canone annuo di 240mila euro più Iva. Uno dei motivi per cui Veneto Nuoto nel frattempo è arrivata al fallimento è che non era in grado di recuperare questi crediti che vantava nei confronti di Rhodigium, perché Rhodigium a un certo momento ha cominciato a non pagare. Noi, nel momento in cui siamo subentrati a Veneto Nuoto con l’attività che è stata svolta dagli uffici che hanno portato il Comune a risolvere quell’accrocchio complicato di cause con l’avvio di procedura del concordato fallimentare, siamo subentrati in tutte le parti di attivo e passivo. Nel momento in cui subentriamo a una società che nel frattempo è fallita, ci troviamo anche a dover fare una valutazione di quali sono i crediti ereditati dalla società che abbiamo surrogato».
 

Ultimo aggiornamento: 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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