Natura, luci, atmosfere: il Polesine è diventato uno dei set più gettonati dai registi

Sabato 10 Luglio 2021 di Marco Scarazzatti, Enrico Garbin
Un fotogramma tratto dal film "La terra dei figli" girato in gran parte in Polesine

ROVIGO - Il Polesine questo sconosciuto, visto attraverso le immagini girate dal regista padovano Claudio Cupellini, nel film “La terra dei figli”, presentato l’altra sera al multisala Notorious di Borsea. Il bosco delle fate di Panarella, il cimitero degli alberi di Boccasette, la spiaggia e il mare di Barricata, la centrale Enel dismessa di Polesine Camerini, sono solo alcuni dei luoghi che si possono vedere nella pellicola, che ha tra protagonistiti Valerio Mastrandrea e Valeria Golino. Nel cast figurano anche i veneti Maria Roveran e Paolo Pierobon, oltre al protagonista, il 20enne rapper romano Leon de la Vallée, in arte Leon Faun.

TAORMINA FESTIVAL

Il nuovo film di Cupellini è stato presentato in anteprima al Taormina Festival. «Polesine Film Commission ha contribuito alla realizzazione del lavoro» - ha affermato il presidente, Angelo Zanellato». Assente per impegni di lavoro l’attrice Maria Roveran, che avrebbe dovuto essere presente a Rovigo, ma stante l’inizio delle riprese alle 5 del mattino dopo a Reggio Emilia, ha dovuto rinunciare. «I primi sopralluoghi in Polesine sono stati svolti nel febbraio 2019 - ha ricordato il regista Cupellini - poi abbiamo iniziato a girare a dicembre. Delle scene state girate tra il Ferrarese e la laguna di Chioggia, ma la provincia di Rovigo l’ha fatta da padrone».

LA SCELTA

Zanellato ha evidenziato che, sempre di più, i registi cercano il Polesine come sfondo per i loro lavori. «Il Polesine è stato scelto dopo avere letto il fumetto “La terra dei figli”, stesso titolo del film - prosegue Cupellini - Ero alla ricerca della natura selvaggia e incontaminata». Leon Faun ha ammesso che «Non è stato certo facile fare questo film. Ma alla fine possiamo dire di avere realizzato un gran bel progetto».
Il lavoro, che sarà distribuito in diverse sale italiane, ha visto la grande disponibilità degli amministratori locali. “La terra dei figli” racconta un futuro fantascientifico, nel quale i veleni hanno intossicato la vita di prima, e i padri hanno sacrificato i figli per non vederli divorati da adulti senza più valori. In questa tremenda realtà si muovono un padre e un figlio, senza avere carezze o tenerezze tra loro. Finché il figlio, una volta morto il genitore, decide di attraversare le chiuse e di affrontare una sua personale avventura, alla ricerca di qualcuno che possa leggergli il diario segreto tenuto dal babbo. Cupellini ha scelto il Delta del Po per raccontare questa storia, anche perché questo è un luogo che fa parte di una sua formazione cinematografica, legata anche alle opere di Carlo Mazzacurati. “La terra dei figli” parla di un figlio che attraversa una linea d’ombra, oltre la quale non sarà più lo stesso.

BELLEZZA E MERAVIGLIA

Ovviamente sono le immagini che catturano in particolare l’attenzione dello spettatore polesano. Una storia di formazione, dove la bellezza e la meraviglia, rappresentate da un adolescente solo al mondo, combattono contro le tenebre di una terra che sembra implacabilmente ostile. “La terra dei figli”, uscito giovedì 1 luglio, è già decimo nella classifica Box Office. Va ricordato che Maria Roveron aveva già recitato in Beate, assieme alle attrici rodigine Orsetta Borghero e Cristina Chinaglia, di recente trasmesso su Rai Uno.

FILM CULT

Con oltre 1.500 presenze registrate nel weekend di proiezioni a Rosolina Mare, “Nutriaman Returns” si è confermato un autentico cult-movie per generazioni diverse. Più forte delle restrizioni imposte dalla pandemia, della concomitante partita della nazionale e delle condizioni meteo che hanno costretto a spostarlo dall’arena esterna del Centro congressi alla meno capiente sala interna, moltiplicando però gli spettacoli. I fan erano disposti a tutto pur di vedere il quarto episodio della saga del supereroe polesano. Il segreto della Tajant Pictures sta forse nell’essere rimasta con i piedi per terra, nella consapevolezza di fare cinema in maniera artigianale, con pochi mezzi, ma dimostrando grande rispetto per la settima arte e per il pubblico.

TAJANT PICTURES

La Tajant Pictures nasce nel 1995. A darle vita sono Michele Pezzolato, che si ritaglia il ruolo di regista, Walter Pregnolato, Manuel Finotti e Fabio Pezzolato, un gruppo di giovani amici appassionati di cinema che dopo aver visto un film girato per scherzo, e con chiari limiti, da alcuni coetanei, decidono di mettersi in gioco. Tra il 1995 e il 1997, facendo una colletta per noleggiare una videocamera, scrivendo la sceneggiatura e distribuendo i ruoli, il gruppo produce una serie di corti, tra cui Rovigo’s way, L’alieno, Polesine bastardo e Treason. La vera svolta avviene nel 2001, quando al gruppo si aggregano elementi come Gessica “Geky” Vidali, Alessia Zucconelli, Igor Tugnolo e Marco Zanellato, ma soprattutto quando viene scelto di recitare in dialetto. Il pubblico inizia a seguirli con maggiore attenzione. E infatti nel 2002, parodiando la nascita dell’Uomo Ragno, arriva Nutriaman, il primo supereroe made in Polesine.

LA SAGA DI NUTRIAMAN

Per Nutriaman il destino sembra quello di diventare una web serie, ma poi il materiale girato tra il 2017 e il 2018 viene rielaborato per dargli una versione filmica classica. Nel frattempo, le competenze affinate e le tecnologie sempre più abbordabili, consentono di curare meglio tutti gli aspetti del lavoro, dalle riprese con drone agli effetti speciali, dal sonoro al montaggio, rendendo Nutriaman Returns degno di partecipare persino agli eventi collaterali della mostra del Cinema di Venezia nel 2019.

Ultimo aggiornamento: 12:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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