Restaurato l’ossario militare al cimitero di Rovigo, il sindaco: «Un appello alla pace»

Giovedì 3 Novembre 2022 di Elisa Barion
L'ossario militare al cimitero di Rovigo in via Oroboni

ROVIGO - Le note dell’inno d’Italia prima e subito dopo di quello austriaco sono risuonate nel cimitero di via Oroboni, in apertura della cerimonia di inaugurazione dell’ossario militare appena restaurato e proprio nel giorno della commemorazione dei defunti, restituito alla città per essere visitato. All’interno della nicchia situata subito dopo l’ingresso, alla destra del grande portone del camposanto, si staglia il muro fitto di tante piccole lapidi bianche illuminate da un enorme lampadario in ferro battuto che diffonde una luce calda e potente. Ogni lapide porta inciso il nome del soldato caduto durante la Prima guerra mondiale di cui custodisce le spoglie e ne riporta anche il luogo di provenienza.

Le vittime

La sorpresa è notevole se ci si sofferma a leggere i tanti nomi iscritti sul freddo marmo rimesso a nuovo con i recenti lavori: Ungheria, Galizia, Boemia, Croazia, Istria, Austria, Vienna, Gorica, Moravia, Slesia, Russia, ma anche Reggio Emilia, Viterbo, Modena, Napoli, Cuneo, L’Aquila, Milano. E poi ovviamente Rovigo, Ceregnano e Sarzano, per citarne alcuni. Tanti nomi e tanti luoghi che hanno dato i natali ai 589 soldati italiani e di 215 austro-ungarici che riposano nell’ossario. A tutti questi nomi, dei quali la città ha rischiato di perdere la memoria dietro la fitta cortina del degrado e dell’incuria, hanno reso omaggio il sindaco Edoardo Gaffeo, il prefetto Clemente Di Nuzzo, il sindaco di Costa di Rovigo Gian Pietro Rizzatello, i consiglieri comunali Lorenzo Rizzato e Graziano Azzalin, il presidente di Asm Giuseppe Traniello Gradassi, i rappresentanti del Comando dei Carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia locale e le associazioni combattentistiche e d’Arma, tra le quali l’Associazione del fante attiva nell’organizzazione della sobria cerimonia avvenuta alla presenza del vescovo Pierantonio Pavanello, che ha impartito la benedizione.
Cerimonia che volutamente si è svolta senza alcun taglio del nastro per l’opera restaurata grazie ad un progetto di recupero firmato dall’architetto Federico Candian. «È doveroso ringraziare chi ha reso possibile questo intervento - ha detto il sindaco - per un luogo che è fondamentale per la nostra città e per il ricordo di chi ha dato la vita giovanissimo per la patria. Qui sono presenti i Caduti di molti Paesi europei e di tutta Italia. Raffigurano in maniera plastica il senso stesso di come sia necessario giungere alla pace. Era assolutamente doveroso intervenire per un restauro e di questo devo ringraziare chi l’ha reso possibile: la Regione del Veneto e la Fondazione Cariparo, l’azienda Ar Arte e Restauro di Padova e l’architetto Candian».
Il monumento risale agli anni 30 del XX secolo ed è il primo esempio di ossario militare dedicato non solo ai militari italiani, ma anche agli stranieri della parte nemica.

Tra i presenti all’inaugurazione, tra l’altro, c’era anche chi è in grado di raccontare che il più giovane soldato austriaco presente è morto il 3 novembre del 1918 a 18 anni. L’ossario rodigino è anche il primo a contenere le spoglie di una donna, quelle di suor Giuseppina Fasoin.

L’opera

Nel dettaglio, i lavori di recupero, finanziati dalla Regione per 350mila euro e dalla Fondazione Cariparo per ulteriori 150mila, sono stati eseguiti in particolare all’interno, sugli intonaci e sulle cornici dei sigilli in materiale lapideo e analogamente all’esterno, dove la carenza di interventi di manutenzione sul manufatto, unito a interventi puntuali non coerenti con i materiali originari, hanno contribuito all’aggravarsi delle patologie di degrado, mostrando i segni del tempo e della mancanza di manutenzioni nel corso dei decenni. L’opera di sistemazione ha avuto come scopo principale il recupero e restauro conservativo dell’intero manufatto mediante l’eliminazione delle patologie di degrado e il ripristino delle finiture interne ed esterne, in modo da rivalorizzare la storicità e il simbolismo del monumento architettonico-artistico.

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