Un polo culturale per ridare vita a Palazzo Campo dopo anni di abbandono

Giovedì 25 Febbraio 2021 di Roberta Merlin
Palazzo Campo in via Mazzini

CENTRO STORICO - Dopo alcuni decenni di buio, l’ex sede della Banca d’Italia, in via Mazzini, si prepara a uscire dallo stato di abbandono e degrado. Palazzo Campo, di proprietà del Comune, un tempo sede della prestigiosa banca, attualmente uno degli storici vuoti urbani del capoluogo, potrebbe tornare in tempi non lontani agibile con l’amministrazione del sindaco Edoardo Gaffeo. Più di una sono le progettualità sul tavolo dell’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Favaretto e di Luisa Cattozzo all’Urbanistica.
LE IDEE
«Le due ipotesi per riempire l’importante vuoto urbano di via Mazzini - spiega Favaretto - riguardano la possibile collocazione di alcuni aule dell’università di Padova e la realizzazioni di spazi culturali multifunzionali». Mentre, però, l’ipotesi università per motivi prettamente logistici sembra essere poco probabile, a prendere piede in questo momento è quella di tornare all’antica valenza del palazzo, prima ancora che fosse sede della Banca d’Italia, ossia quello di un luogo di incontro dedicato alla cultura. Non solo attraverso mostre, ma anche come sede di laboratori organizzati anche secondo le moderne tecnologie, in modo da attirare l’interesse di giovani e scuole, oltre che dei turisti, che potrebbero così fare tappa in via Mazzini proprio per esperienze culturali legate a queste peculiarità. Occorre, però, prima superare un ostacolo burocratico.
IL NODO DA SCIOGLIERE
Il Comune, sullo storco palazzo che tra il 1500 e 1600 era residenza del nobile Gaspare Campo, amante di arte e scienza, successivamente destinato da lui stesso alla prima sede dell’Accademia dei Concordi pensata dal mecenate per riunire studiosi locali e giovani letterati (successivamente convitto femminile, prima di ospitare la Banca) per il momento, ha le mani legate. «La destinazione della nuova vita del palazzo di via Mazzini dipenderà dalle scelte del Governo in merito alla nuova sede di Tribunale e Procura - riprende Favaretto - attualmente sulla struttura insiste il vincolo di destinazione a uffici giudiziari. Serve il consenso per modificarne l’uso».
ll palazzo, acquistato dal Comune durante l’amministrazione Baratella, secondo il progetto iniziale avrebbe dovuto ospitare i nuovi uffici della Pretura e poi della Procura, che da via Verdi avrebbero dovuto trovare una nuova sede lì, rimessa completamente a nuovo. Il progetto non ha trovato una sua piena realizzazione. Iniziato durante l’amministrazione Avezzù, il restauro è stato bloccato circa al 60% dell’intera opera, chiudendo definitivamente i cantieri nel 2004. Pochi anni fa il Comune aveva provveduto a sistemare una sola ala, assegnata agli uffici del tribunale per il trasferimento dell’Ufficio del registro. Gran parte dell’edificio è rimasto preda dell’incuria, il giardino interno è prigioniero di arbusti cresciuti a dismisura ed erbacce. Nel 2015, inoltre, un parte del solaio dell’edificio era crollato facendo temere per la stabilità.
LA SPESA
«Per completare il restauro di Palazzo Campo servono 2,8 milioni - conclude l’assessore - gli interventi eseguiti in passato (costati alle casse comunali altri 3 milioni) hanno riguardato solo una parte della struttura. Viste la centralità e la storia del palazzo, sarebbe bello ridare al luogo la valenza culturale che aveva un tempo. È stata la prima sede dell’Accademia dei Concordi grazie al nobile Campo che ne era proprietario. Ecco che il futuro dello storico palazzo potrebbe essere proprio ad ambienti e uffici culturali».
Mentre via Badaloni, con l’apertura prevista per oggi dell’InnovationLab all’ex liceo Celio assumerà una valenza legata al mondo della ricerca e dello sviluppo del digitale, via Mazzini potrebbe rinascere sotto una nuova veste culturale, in stretto collegamento con l’Accademia di piazza Vittorio Emanuele, prossima anch’essa all’ampliamento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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