ROVIGO - Nuove superfici commerciali in città destinate alla grande distribuzione? No, grazie. Le associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti, prendono le distanze dalla strada tracciata dall’amministrazione comunale che in vista della redazione della variante al Piano degli interventi che interessa il settore, ha pubblicato un avviso pubblico per raccogliere le manifestazioni di interesse da parte degli investitori intenzionati ad avviare delle attività riconducibili alle strutture di medie e grandi dimensioni, dai grandi supermercati ai centri commerciali.
L’ALLARME
Insomma, l’ipotesi di vedere sorgere nuovi grandi supermercati, con superfici che superano i 1.500 metri quadri, e centri commerciali, seppur organizzati e regolamentati da una variante urbanistica, non è remota. Il che preoccupa non poco le associazioni di categoria per la sofferenza che nuovi e imponenti concorrenti potrebbero causare alle piccole attività di vendita al dettaglio. Del resto, la questione delle superfici commerciali e la loro espansione è già stata motivo di pesanti contestazioni anche nei confronti delle precedenti amministrazioni. «Siamo venuti a conoscenza solo questa mattina delle intenzioni dell’amministrazione - esordisce Stefano Pattaro, presidente provinciale di Confcommercio - sul punto non siamo stati consultati o coinvolti. E così ci ritroviamo a subire questa cosa. Eppure mi sembra che a Rovigo ci sia una grande quantità di superfici commerciali, al di là di ogni possibile e immaginabile capacità. È sotto gli occhi di tutti come siano stati ampiamente superati gli equilibri tra piccoli negozi di vicinato e la grande distribuzione organizzata. Oltretutto in questo momento siamo alle prese con i gravi problemi che il caro energia sta causando o causerà alle piccole realtà commerciali, tant’è che mercoledì prossimo manifesteremo a Mestre in modo simbolico mostrando le bollette che ci ritroviamo a pagare».
LA PROPOSTA
Dal canto suo, il vicepresidente di Confesercenti metropolitana Venezia Rovigo, Vittorio Ceccato, evidenzia che «stiamo riprendendo l’argomento di cui si era parlato già tempo fa, ma che poi, anche per via del Covid, era andato nel dimenticatoio. Ma non mi stupisce che ci sia richiesta di superfici da parte della media e grande distribuzione, perché il mercato è aperto e vi operano tanti player importanti secondo le logiche della libera concorrenza e dell’occupazione degli spazi».
Proprio per questo, secondo Ceccato, la palla è nelle mani della politica che dovrebbe intervenire con proposte concrete. «Prima di concedere nuove aree alla destinazione commerciale, sarebbe il caso di rivalutare le aree e i fabbricati dismessi già presenti che sono dei vuoti urbani che impoveriscono la città e la imbruttiscono. In altre città anche le grandi superfici distributive sono state realizzate in centro storico, attraverso forme di incoraggiamento. È una precisa scelta politica e amministrativa e anche a Rovigo si potrebbero fare degli interventi simili».
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