La guerra di "Piero" a Teheran per la conquista del Mongol Tour

Domenica 29 Luglio 2018 di Nicola Astolfi
La guerra di "Piero" a Teheran per la conquista del Mongol Tour
ROVIGO - Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E ora il gioco è duro per il team Alboreto is nothing: giovedì in tangenziale a Teheran un problema elettrico ha bloccato Piero, il furgoncino Subaru Libero del 1991 con a bordo la rodigina Caterina Secchieri e i tre colleghi ingegneri impegnati a raggiungere per beneficenza la Siberia in 35 giorni.
GUASTO A TEHERAN
Per la squadra dell'ingegnere aerospaziale rodigina è il secondo guasto al Mongol Rally 2018, la competizione motoristica amatoriale più grande al mondo, non competitiva, che richiede di raccogliere durante il tragitto almeno 1.000 sterline da devolvere in beneficenza. Caterina Secchieri ha raggiunto la squadra a Istanbul il 18 luglio, nel quarto giorno di viaggio del team, che nei tre giorni precedenti aveva toccato Belgrado, e prima Praga dove il Mongol Rally aveva avuto il 16 luglio il via ufficiale con la festa di lancio.
 
PARTENZA DA PRAGA
Massimiliano Pezzo, di Verona, e Fabio Bernardinello, saronnese, avevano raggiunto la capitale della Repubblica Ceca il 15 luglio, con una tappa intermedia a Rohr, in Baviera, dopo aver valicato il Brennero. Anche il modenese Alessandro Guicciardi, quarto componente del team, ha raggiunto la squadra dopo la partenza ufficiale. Insieme a 400 team da tutto il mondo, l'equipaggio che nel nome omaggia Guido Dogui Nicheli, e la sua celebra battuta nel film Vacanze di Natale del 1983, si è impegnato nella difficile impresa di percorrere 13.500 chilometri lungo l'antica Via della Seta.
MEZZI D'EPOCA
E soprattutto di riuscirci, secondo il regolamento del Mongol Rally, a bordo di un vecchio mezzo con cilindrata massima 1.200 e senza avvalersi di alcun tipo di assistenza lungo il percorso.
PIERO IN PANNE
Il problema elettrico a Piero era stato preceduto, in Turchia durante la prima settimana di viaggio, dallo sbriciolamento della cuffia di un semiasse. Problema risolto con la sostituzione del semiasse stesso. Dopo aver visto in Anatolia centrale il lago Tuz, uno dei laghi salati più grandi al mondo, e aver assistito a Goreme, in Cappadocia, all'incredibile spettacolo delle mongolfiere all'alba, il 21 luglio l'equipaggio con l'ingegnere rodigina s'era lasciato alle spalle la Turchia, il monte Ararat e tante tazzine di tè. Raggiunta Tabriz martedì scorso (24 luglio), mercoledì il team Alboreto is nothing ha raggiunto Teheran dopo più di 5 mila chilometri percorsi.
CAPITALE DELL'IRAN
È nella capitale iraniana che i 52 cavalli di Piero si sono bloccati in curva, come si leggeva giovedì (26 luglio) sui profili social della squadra in corsa per portare risorse alla Fondazione Città della Speranza, istituto di ricerca pediatrica oncoematologica.
PROBLEMA ELETTRICO
«Piero ha deciso di spegnersi. Così. Senza un preavviso. Senza un perché. In tangenziale. Mentre stavamo partendo da Teheran. La diagnosi è in corso, abbiamo un problema elettrico, probabilmente un corto che ha fritto qualcosa. Il cosa è da capire. La sorte è che ovviamente a causa dell'embargo, in Iran hanno eliminato dal 1979 qualsiasi cosa che riguardi la Subaru».
RACCOLTA BENEFICAFinora, Caterina Secchieri e i tre colleghi ingegneri del team Alboreto is nothing hanno raccolto 2.350 euro, pari a circa 2.088 sterline.
Nicola Astolfi
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Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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