Tenta di sgozzare un paziente per uscire dalla comunità protetta Ca' Rossa

Sabato 29 Settembre 2018
La comunità terapeutica Ca' Rossa di Castelnovo Bariano
CASTELNOVO BARIANO - Gli ha detto di alzare la testa verso l’alto e di chiudere gli occhi. Come se dovesse arrivargli una sorpresa. Invece ha tirato fuori dalla tasca un taglierino e ha cercato di tagliargli la gola. Un tentativo vanificato dal pronto intervento dei presenti che hanno realizzato in tempo cosa stesse accadendo, salvando la vita alla vittima, un uomo oggi 48enne, originario di Costa, che se l’è cavata con ferite lievi guaribili in una decina di giorni. Un episodio che ha fortemente turbato ospiti e personale della comunità riabilitativa protetta Ca’ Rossa di Castelnovo Bariano, che accoglie giovani che necessitano di trattamento terapeutico integrato e personalizzato con copertura infermieristica 24 ore su 24.
 
L’AUTORE
A compiere il gesto era stato uno dei giovani pazienti ospiti della struttura, un ragazzo di origini ucraine, allora ventenne, poi trasferito nella Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Nogara, una delle strutture che hanno sostituito i vecchi ospedali psichiatrici giudiziari. Il giovane Roman Kvasniak, accusato di tentato omicidio, con le aggravanti della premeditazione e di aver agito per motivi abbietti o comunque futili, era stato allora ritenuto non punibile visto il suo delicato quadro psichiatrico. Come misura cautelare era stata comunque disposto il ricovero nella Rems di Nogara.
IDEA FOLLE
Sentito nell’interrogatorio di garanzia ha, fra l’altro, fornito una versione inquietante del motivo che lo aveva spinto a tentare di sgozzare l’uomo che viveva con lui a Ca’ Rossa: stanco di stare in quella struttura, aveva ritenuto che solo compiendo un gesto eclatante sarebbe stato allontanato e avrebbe potuto andarsene. Era disposto a tutto, anche ad andare in carcere tanta era la sua insofferenza. E così ha pensato di tagliare la gola a un’altra persona, scegliendo non un paziente con il quale aveva dissapori o altro, ma il più anziano, valutando anche le minori implicazioni emotive del compiere un’azione così terribile nei confronti del 46enne. Tutto risale al primo dicembre 2016, ma ieri la vicenda ha vissuto una svolta perché la legge prevede che la sospensione del giudizio venga riconsiderata periodicamente a fronte del riesame delle condizioni dell’accusato. E davanti al giudice per le udienze preliminari Alessandra Martinelli si è tenuto questo aggiornamento, con un colpo di scena per molti versi inaspettati, perché il 22enne ucraino, formalmente residente a Trecenta, è stato dichiarato capace di intendere e di volere. Quindi processabile. Il giudice Martinelli, alla sua ultima udienza a Rovigo prima del trasferimento al Tribunale di Ferrara, non ha potuto fare altro che rinviare a giudizio il giovane, difeso dall’avvocato Elena Perini. Il processo per tentato omicidio pluriaggravato si aprirà davanti al Collegio il 14 marzo.
Ultimo aggiornamento: 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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