Case di riposo a rischio tracollo: chiesto intervento straordinario alla Regione

Martedì 8 Giugno 2021 di Francesco Campi
L'Iras casa di riposo di Rovigo

ROVIGO -  Non “briciole”, ma un intervento straordinario da parte della Regione che eviti il tracollo delle case di riposo polesane. Questo quello che chiede un’ordine del giorno approvato dalla Provincia raccogliendo e rilanciando il grido di dolore dei sindaci, preoccupati per una situazione delle residenze per anziani.

Il Coronavirus, infatti, ha mietuto vittime su vittime fra gli anziani ricoverati nelle Rsa polesane, l’ultimo dato, fornito il 29 gennaio dall’allora dg dell’Ulss Polesana Antonio Compostella,era di 166 ospiti morti o nelle strutture o dopo il ricovero in ospedale. Oltre a questa drammatica decimazione degli ospiti, le case di riposo hanno dovuto fare i conti anche con una riduzione degli accessi, perché molte più famiglie che in passato, vista la situazione, hanno preferito tenere a casa i propri cari. Nel documento della provincia si sottolinea come nelle Rsa polesane siano «diminuiti dal 15 al 40 % i posti letto occupati». Un calo degli ingressi e, quindi, degli introiti, mentre invece sono aumentate esponenzialmente le spes. Insomma, un quadro nerissimo che vede messa a rischio la stessa sopravvivenza di alcune strutture. 


PROBLEMI OVUNQUE
L’allarme risuona da Papozze a Badia, senza contare la situazione dell’Iras, la struttura più grande del Polesine, che già prima della pandemia versava in condizioni economiche difficilissime, tanto da vedersi succedere tre diversi commissari straordinari. Oltre alla straordinarietà, ci sarebbe poi da considerare che da anni è stata preannunciata una riforma delle Ipab, che però ancora non è stata affrontata.


LE NECESSITÀ
Ma i problemi dell’attualità richiedono risposte immediate. «La situazione attuale – sottolinea il presidente di Palazzo Celio Ivan Dall’Ara - non permette alle Rsa di garantire l’equilibrio tra ricavi e costi di gestione, aggiungendo all’emergenza sanitaria, una pesante crisi finanziaria che non permette il pareggio di bilancio delle strutture, necessario scongiurare il ricorso all’aumento delle rette o ridurre la qualità dell’assistenza, salvaguardare l’occupazione delle professioni socio sanitarie, soprattutto in questo momento di estrema difficoltà per molte famiglie. Per questo è nato un tavolo di confronto tra sindaci, amministrazione provinciale e strutture residenziali che ha elaborato un piano d’azione per sostenere le nostre Rsa. L’ordine del giorno che abbiamo approvato in Provincia è proprio un primo passo in questa direzione. Ora tutti i sindaci dovranno approvare nei rispettivi consigli comunali il medesimo ordine del giorno, sulla base del quale ci stiamo attivando anche per chiedere un’audizione nella V Commissione consiliare regionale ed un incontro con l’assessore alla Sanità ed ai Servizi sociali del Veneto Manuela Lanzarin per far presente le difficoltà delle nostre strutture e la necessità di un intervento straordinario».


L’APPELLO
Alla luce di tutto questo, «il consiglio provinciale – si legge nell’ordine del giorno approvato - ritiene un preciso dovere della Regione intervenire con misure straordinarie, più incisive rispetto a quelle attuate sinora, che prevedano un effettivo “Piano di sostegno alle strutture socio sanitarie regionali” ed in particolare a quelle del Polesine. Rivolgiamo un appello e un grido d’allarme affinché non siano elargite alle case di riposo le “briciole” delle ingenti risorse messe in campo per il contrasto dell’emergenza Coronavirus».
 

Ultimo aggiornamento: 07:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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