L'Ulss 5 replica al sindaco: «Erano note le richieste per le cucine con l'aumento dei costi»

Sabato 13 Maggio 2023 di Francesco Campi
Casa Serena non è più una casa di riposo, ma dovrà ospitare alloggi popolari e servizi socio-sanitari con una complessa e costosa opera di trasformazione

ROVIGO - Sulla vicenda Iras ormai succede di tutto. Compresa una “precisazione” che arriva da parte dell’Ulss Polesana e diretta a “precisare” quanto detto, o non detto, dal sindaco Edoardo Gaffeo riguardo alle modifiche dell’accordo di programma nell’ultima versione inviata dalla Regione. In particolare, sul fatto che l’aumento delle superfici richieste dall’Ulss a Casa Serena sarebbe stato un imprevisto che avrebbe fatto sballare la contabilità del primo stralcio di lavori, con l’inclusione fin da subito della ristrutturazione delle cucine del complesso di via Bramante.

Proprio quelle stesse cucine oggetto di polemiche in passato e oggetto di una recente discussione con il commissario straordinario dell’Iras Tiziana Stella e con le organizzazioni sindacali che ne avevano chiesto l’utilizzo ancora per un po’ da parte dell’entes.

LA POSIZIONE
Nella nota diramata dall’ufficio stampa dell’Ulss si scrive laconicamente: «Tali modifiche sono state puntualmente comunicate e condivise con il Comune». Non solo, ma si “precisa” anche che «in riferimento alla necessità rappresentata dal Comune di dover reperire un milione di euro aggiuntivo per poter rispondere a quanto previsto nell’accordo di programma, considerato che modalità e tempistiche di attuazione dell’accordo stesso saranno frutto di successivi atti attuativi tra le parti, l’Azienda sanitaria definirà con il Comune il cronoprogramma degli interventi».
Quindi viene “precisato” che non accadrà quanto paventato dal sindaco nei giorni scorsi: «Se impegno l’avanzo interamente per Casa Serena, non mi resta niente, per esempio, per rinnovare il contratto delle educatrici dei nidi entro settembre. Chiudo gli asili? E il prossimo Natale? Niente luminarie, nessuna iniziativa. Niente di niente. Perché è di questo che stiamo parlando».
La nota dell’Ulss, nonostante toni e forma siano studiati per evitare polemiche e strumentalizzazioni, finiscono per rendere ancora più calda la discussione su un tema rovente da mesi. «Per quanto riguarda i servizi che l’Azienda sanitaria ha programmato di riallocare presso Casa Serena, dopo i necessari interventi di ristrutturazione da parte del Comune, nelle diverse ipotesi oggetto di confronto e di sopralluoghi con il Comune stesso, alcuni spazi dell’immobile sono stati destinati a ospitare i Centri diurni per disabili e persone con dipendenze, altre attività socio-sanitarie, attività didattiche e foresteria. Con l’ultima modifica all’accodo di programma, conseguente alla prevista dismissione delle cucine e quindi alla messa a disposizione di ulteriori spazi, l’Azienda sanitaria ha proposto di integrare l’accordo stesso includendo tali nuovi spazi al piano terra e rimodulandone altri, per meglio collocare le attività previste. Tali modifiche sono state puntualmente comunicate e condivise con il Comune. L’estensione degli spazi ha comportato, contestualmente, la rideterminazione in incremento del canone annuo di locazione per 80mila euro in favore del Comune, rivalutabile nei dieci anni di locazione sulla base dell’andamento delle condizioni di mercato».

I DUBBI SUI DEBITI
Il problema delle somme sul piatto, tuttavia, resta centrale nel dibattito che ora interessa direttamente il consiglio comunale. Perché al di là di quelli che saranno i pareri tecnici di revisori, dirigenti e segretario generale, dovranno essere poi i singoli consiglieri a dire sì a una manovra di circa 13 milioni che richiederà l’indebitamento del Comune e il congelamento delle sue capacità di spesa non solo quest’anno, ma per anni e anni. Ancora il tema deve essere affrontato, ma già in più d’uno, trasversalmente, non nasconde perplessità. Anche perché per salvare l’Iras servono solo 3 milioni, mentre il resto della spesa è per salvare Casa Serena. Un’operazione meritoria e articolata, ma che più d’uno fra quanti siedono in consiglio giudica troppo onerosa per le casse di Palazzo Nodari e per i cittadini.

Ultimo aggiornamento: 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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