ROVIGO - La risposta della Regione è arrivata.
LE MODIFICHE
In particolare, dal testo inviato dal Comune, si stralcia il punto "soluzioni progettuali alternative", con il quale si era introdotta l'ipotesi di un intervento di demolizione e ricostruzione qualora economicamente più sostenibile della ristrutturazione. Un ulteriore ritocco è arrivato sulla base della richiesta, formulata il 27 aprile da parte dell'Ulss Polesana, di rivedere gli spazi per centri diurni e per le attività socio-sanitarie, che aumentano da 1.869 a 2.680 metri quadri, ma anche gli spazi per la formazione universitaria e la foresteria, ovviamente rivedendone anche il relativo canone di locazione, da 166mila a 263mila euro per il piano terra e il primo della porzione ovest di Casa Serena, rinunciando però a una porzione da 500 metri quadrati del secondo piano, e da 27mila a 107mila per gli spazi universitari al quinto e sesto piano.
Per il resto, scrive il segretario della giunta regionale Lorenzo Traina, «sono state recepite le richieste di modifica o integrazione proposte dal sindaco del Comune di Rovigo» e la conclusione della lettera di accompagnamento al nuovo schema di accordo si conclude con un un invito a far presto: «Confido nel vostro ulteriore impegno per una pronta e sollecita approvazione dell'accordo di programma, confermando così con tangibile testimonianza che le istituzioni lavorano per il superiore interesse pubblico del perseguimento degli obiettivi di salvataggio dell'Iras, salvaguardandone i servizi assistenziali erogati nonché quelle finalità sociali ed occupazionali».
Anche perché, su precisa indicazione dell'assessore alla Sanità e Servizi sociali Manuela Lanzarin, come già preannunciato in occasione della sua visita a Rovigo per l'inaugurazione dei nuovi centri diurni dell'Ulss Polesana, lo schema di accordo inviato al Comune sarà già sul tavolo per l'approvazione nella prossima seduta della giunta regionale di martedì. Nella stessa seduta, si aggiunge, con apposita deliberazione sarà confermato anche il prestito ponte all'Iras di 3,8 milioni, deciso il 30 dicembre con un'altra delibera. Impugnata al Tar dal Comune di Rovigo. Proprio a questo ricorso, così come a quello contro il decreto del commissario straordinario dell'Iras Tiziana Stella del 27 dicembre, il Comune si impegna a rinunciare con la firma dell'accordo.
LE CLAUSOLE
Due poi gli ulteriori aspetti. Il primo relativo alla rimozione del vincolo di destinazione a servizi di assistenza sociale di Casa Serena, che il Comune ha chiesto come requisito per la firma dell'accordo, sul quale la Regione è già intervenuta con una modifica di legge approvata dal consiglio regionale martedì scorso, anche se per la deroga è prevista un'ulteriore delibera di giunta che, si assicura, sarà adottata «non appena perverrà la specifica istanza dal Comune di Rovigo corredata da una relazione acclarante le motivazioni di interesse pubblico e la valutazione del livello di assistenza sociale presente nel territorio».
Infine, l'aspetto relativo al piano di risanamento dell'Iras: il sindaco aveva chiesto che nell'accordo fosse inserita la sua approvazione, oltre all'asseverazione e all'assenso da parte dei soggetti terzi coinvolti nel piano stesso, mentre la replica è che ci si rimette «al Piano redatto con criteri estremamente prudenziali e più realistici possibili», illustrato dal commissario Stella il 21 aprile alla presenza degli attestatori, dei revisori e del consulente del Comune, «la cui sostenibilità e completezza è stata oggetto di ampia ed unanime disamina», nonché a una "comfort letter" dell'attestatore Marco Arienti. «Ricordo a tutti che l'auspicato successo del Piano di risanamento richiede la sottoscrizione dell'accordo entro il 20 maggio per consentire il pagamento della prima tranche entro e non oltre il 30 maggio», avverte Traina.
Quasi a dire: oltre quella data è impossibile andare, altrimenti si riapre il baratro.