Maria Paiato: «Io, la colf severa di Carlo Verdone»

Domenica 12 Dicembre 2021 di Chiara Pavan
Maria Paiato e Carlo Verdone

Maria Paiato, l'attrice polesana nella fiction con l'attore romano: «Avevo l'ansia da prestazione, ma è bellissimo lavorare con lui».

Il signor Carlo, è gentile e amabile con tutti, ma con lei, la governante di sempre Annamaria, fatica a sciogliersi. «Avverto dell'ostilità», sentenzia piccato, ma Annamaria passa oltre e continua a lavorare, ogni tanto minaccia di andarsene, a volte sbatte la porta ma poi ritorna tranquilla, pronta a sfornare il polpettone, rimedio sicuro quando il «signor Carlo» è depresso.

Maria Paiato ride ancora rivedendosi mentre tiene testa a Carlo Verdone sul set di Vita da Carlo, la divertente serie in 10 puntate su Amazon nella quale Verdone interpreta se stesso, fra realtà e immaginazione, in una vita tutta di corsa, strattonato da produttori che vogliono il grande film, dai fan che lo «vampirizzano» in cerca di un selfie, e persino dalla politica (Andrea Pennacchi) che lo vorrebbe sindaco di Roma. L'attrice polesana, una lunghissima carriera teatrale alle spalle costellata di premi importanti (a partire dal primo dei tre Ubu per La Maria Zanella) e di partecipazioni nel cinema d'autore (Guadagnino compreso), è felice del suo debutto in una serie tv, tanto più accanto a un maestro come Verdone.


Come ci è arrivata?
«Mi hanno chiamato per un incontro su zoom con Verdone. Mi hanno preso a scatola chiusa. L'ho sentita una grande responsabilità. Loro erano contenti, ero io a sentirmi in agitazione!».


Il ruolo è divertente, una governante con cui Verdone ha rapporto complicato.
«Sì, ma su questo almeno ero tranquilla: Annamaria è un personaggio che ho frequentato anche a teatro».


E con Verdone com'è stata?
«All'inizio avevo l'ansia da prestazione, poi Carlo e la troupe sono stati molto generosi. E tutto è andato benissimo. Tutti con idee molto chiare».


Non semplice tener testa a Verdone.
«Nei miei pensieri c'era sempre stato il sogno di poter lavorare con lui. Quindi ero emozionata e anche curiosa di vedere come fosse. Nella serie interpreta se stesso, ma anche la finzione di se stesso. E racconta il suo problema di essere vampirizzato dalle persone che lo amano, cosa che gli accade sul serio. Lavorare con lui è stato un regalo che la vita mi ha fatto».


Ci sarà una seconda stagione?
«Non lo so, me lo auguro, perchè il progetto è bello, e mi piacerebbe tornarci».


Si divertiva a chiamarlo «signor Carlo..».
«Ogni tanto mi veniva da ridere e dicevo, ma cos'è questa cosa alla Bice Valori che mi fate fare?. Ma è vera la storia della donna di servizio che lo bacchetta. Doveva essere di Roma, invece lui ha detto troppa Roma, cerchiamo altro. Vedendo la serie da spettatrice, devo dire che sono tutti bravi. Da Max Tortora a Monica Guerritore».


Lei sta girando a teatro con due lavori di Sangati.
«Sì, Ladies Football Club al Piccolo, bel monologo di Stefano Massini su un gruppo di 11 operaie che diventa fenomeno calcistico ad inizio secolo scorso. E Il delirio del particolare tratto da un testo di Vitaliano Trevisan, con cui sarò presto a Trieste, poi Milano e poi, purtroppo, chiude. E mi spiace perché è un lavoro molto bello e spero si possa riprendere e girare anche in Veneto».


Programmi? Ormai lei vive stabilmente a Occhiobello.
«Sono tornata a casa, dal 2013 ormai. Ma mi muovo sempre per l\avoro. Per il futuro ci sono altre proposte all'orizzonte, sia sul fronte cinema che sul teatro. Devo cercare di capire come si concretizzano».

Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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