L'Ance contro il Governo: «Uno spreco da 11 milioni sull'ex carcere di Rovigo»

Martedì 17 Novembre 2020 di Alberto Lucchin
L'area dell'ex carcere di Rovigo in centro città

ROVIGO - Scade il 18 novembre il bando di gara per l’affidamento del cantiere di realizzazione del nuovo penitenziario minorile di via Verdi. Nonostante da una piccola porzione di avvocati e alcuni commercianti infuri la polemica con il Comune sul futuro del tribunale, per il quale speravano nel suo allargamento negli spazi vuoti in attesa di essere destinati alle celle del futuro carcere, il ministero della Giustizia è avanti e non pare esistere modo per arginare l’arrivo da Treviso della struttura.

Il sindaco Edoardo Gaffeo aveva detto a più riprese che la decisione a Roma era stata presa e non era possibile modificarla.

L’ACCUSA
A intervenire ora è Paolo Ghiotti, presidente veneto dell’Associazione nazionale dei costruttori edili. «Una scelta che passa sopra la testa delle amministrazioni locali, dei cittadini che hanno concetti e idee diverse di rigenerazione urbana e riqualificazione della città. Come Ance Veneto non possiamo non sottolineare che per un bando di 11 milioni si danno solo quattordici giorni di tempo per presentare gli adempimenti. In questo modo le imprese non hanno il tempo di attrezzarsi e partecipare, e i lavori potrebbero finire in mano a un’impresa che non è del nostro territorio in un momento in cui anche in Veneto l’edilizia avrebbe bisogno di investimenti pubblici per uscire dall’emergenza economica».
L’accelerazione delle procedure amministrative «in forza del decreto Semplificazioni, di fatto azzera le aspettative e il rispetto dei cittadini, con un intervento che non ha alcuna giustificazione logica, sociale e urbanistica - prosegue Ghiotti, difendendo l’operato di Gaffeo - questa volta Ance Veneto non alza la voce per denunciare problemi riguardanti la burocrazia o le difficoltà delle imprese, ma per responsabilità e attenzione nei confronti del territorio. È inutile parlare di rigenerazione e riqualificazione urbana se poi i territori vengono lacerati con decisioni come queste. È stato un blitz calato dall’alto, senza alcuna possibilità di dialogo nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale e del sindaco che ha fatto quanto nelle sue possibilità per tutelare Rovigo. Questa decisione è stata effettuata senza minima condivisione con i cittadini e le istituzioni locali. Il Tribunale ha bisogno di spazi per allargarsi, ma con il nuovo carcere minorile svanisce la possibilità di farlo e sarà così costretto a spostarsi fuori dal centro, lasciando un immobile vuoto che rappresenterà una cattedrale nel deserto, oltre che avere effetti negativi enormi sull’economia degli esercizi nel cuore della città. Qual è il criterio? Dov’è il buon senso? Un investimento di 11 milioni di risorse pubbliche per costruire un carcere che può contenere 16 ragazzi. Non vi è alcun equilibrio tra costi e benefici e si rischia di dar l’idea di sprecare i soldi pubblici».
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Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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