Pesta e violenta la moglie: sei anni di carcere al padre-padrone

Sabato 13 Giugno 2020 di Francesco Campi
Pesta e violenta la moglie: sei anni di carcere al padre-padrone

CANARO - Maltrattamenti continui nei confronti della moglie, umiliata anche con continui tradimenti e costretta, così come i tre figli piccoli a vivere in condizioni di totale indigenza. Nemmeno le utenze allacciate nella propria abitazione: niente luce, acqua e gas. Così che, anche per lavarsi, era necessario andare a una fontana pubblica.

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Un quadro che la donna ha sopportato fino a quando non ha realizzato che la sua vita si stava trasformando in un incubo anche per i suoi figli. Ma quando il marito ha capito che la donna stava pensando a come separarsi da lui, invece di cercare di migliorare sarebbe peggiorato, arrivando perfino a estorcerle rapporti sessuali contro la sua volontà, quasi a ribadire con violenza il ruolo coniugale che lui stesso aveva tradito preferendo accompagnarsi con altre donne. A spingere la donna, di origini tunisine così come il marito, a voltare definitivamente pagina è stato quanto accaduto la vigilia di Natale di due anni fa, quando, dopo un'aggressione, l'ennesima, da parte del marito, si è trovata in ambulanza, insieme ai suoi figli. Da allora non è più tornata a casa, a Canaro, trovando accoglienza in una struttura protetta. 
IL PROCESSO
Dalla sua successiva denuncia è poi scaturito un processo che ha portato il Collegio del Tribunale di Rovigo a condannare il marito a ben 6 anni 6 mesi e 15 giorni, oltre al pagamento di un risarcimento alla moglie, costituita parte civile con l'avvocato Cecilia Tessarin, di 15mila euro, e di 3mila per ciascuno dei tre figli. 
I maltrattamenti sarebbero iniziati già dal 2009, ma la donna inizialmente ha sopportato in silenzio. Solo dopo l'arrivo del terzo figlio, fatto nascere nel loro Paese di origine, tornando poi in Italia per fargli ottenere, come ai fratelli, il permesso di soggiorno, ha preso consapevolezza dell'insopportabilità della situazione. Nonostante la nascita del terzo figlio, infatti, il marito avrebbe continuato a picchiare la donna, come attestato anche dai referti medici di lesioni, seppur non gravi, ma delle quali l'uomo ha comunque dovuto rispondere in giudizio, alla spalla e al ginocchio, nel 2018. La moglie ha così contattato un'amica attraverso facebook, anche lei tunisina e residente in Italia, ma con la quale in marito le aveva imposto di rompere ogni rapporto. È stato anche grazie ai suoi consigli che la donna ha realizzato che in caso di separazione non avrebbe rischiato di perdere l'affidamento dei bambini, come da lui prospettato, e ha iniziato a muoversi per allontanarsi dal marito sempre più violento e che l'ha stuprata in più di un'occasione. Il Collegio ha ritenuto fondate le accuse, condannando l'uomo a 6 anni e mezzo di reclusione. Il pm aveva chiesto una condanna a una pena ancora maggiore, di oltre 8 anni.
 

Ultimo aggiornamento: 17:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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