Cambia il clima e il Polesine diventa terra di pomodori

Martedì 11 Gennaio 2022 di Nicola Astolfi
Coltivazione di pomodori

ROVIGO - Lo stress indotto dai cambiamenti climatici alle colture in Polesine sta diventando un'opportunità nella coltivazione del pomodoro. «Il clima che sta cambiando con estati sempre più calde e meno piovose sta favorendo l'espandersi in Veneto del pomodoro da industria, che sta diventando una coltura sempre più diffusa a Verona e Rovigo» - spiega Camillo Brena, presidente della nuova sezione di prodotto Pomodoro da industria e orticole di Confagricoltura Veneto.

Brena vive a Verona, ma da sempre la sua famiglia opera in Polesine, titolare di un'azienda a Taglio di Po. E racconta così le potenzialità di una coltura che potrebbe diventare un'alternativa ad altre in crisi: «Il 2021 è stato un buon anno, con consumi domestici in aumento anche sulla spinta della pandemia, e con prezzi abbastanza soddisfacenti, fissati per il Nord a 88 euro a tonnellata. Ci sono stati alcuni problemi perché il prodotto è maturato tutto assieme e per qualche grandinata. Però la qualità è stata superiore, tanto che c'è stata parecchia richiesta dall'industria».

MUTAMENTI CLIMATICI

Per la formazione e la qualità dei pomodori le temperature ideali si aggirano tra 21 e 29 gradi di giorno e tra 18 e 21 di notte. Al di fuori di questi intervalli ci sono effetti negativi, tanto che negli ultimi anni, nelle aree tradizionalmente votate a questa coltivazione, l'aumento delle temperature ha provocato un calo nella produzione fino all'80%. In Veneto, invece, prosegue Camillo, con il clima sempre più caldo la maturazione è ottimale. Molte aziende di altri settori, come quello tabacchicolo, stanno cominciando a spostarsi sul pomodoro. Per chi vuole partire, però, ci sono costi importanti da sostenere per i macchinari. Anche Brena è tra i coltivatori è giunto ai pomodori da un altro settore: «Prima facevamo meloni e angurie - racconta - Quindici anni fa ci siamo spostati sul pomodoro da industria perché, nel frattempo, erano state meccanizzate sia la raccolta sia altre lavorazioni. La resa è molto buona: un ettaro produce circa 800 quintali di pomodori, noi ne abbiamo 80 e quindi produciamo in media 65.000 quintali a stagione. Come altri produttori veneti, siamo soci di una cooperativa in Emilia Romagna, che è la prima regione in Italia per la produzione del pomodoro da industria, e facciamo parte del Consorzio del pomodoro di Casalmaggiore».
Brena ricorda anche che anni fa in Polesine c'erano molte più aziende in questo settore, ad esempio a Ficarolo; possiamo tornare a crescere, perché nonostante la concorrenza di altri Paesi, come la Cina, i consumi corrono tanto che in alcuni momenti c'era mancanza di prodotto. Puntando sulla qualità, possiamo guadagnare quote di mercato.


SUPERFICIE COLTIVATA

Nel 2020 in Veneto la superficie coltivata a pomodoro da industria (1.710 ettari) è leggermente aumentata (+3%); Verona ha confermato la propria leadership con circa 970 ettari (+27% rispetto al 2019), seguita da Rovigo (490 ettari circa), secondo i dati Veneto Agricoltura. Rispetto all'era pre-Covid, tra il 2008 e il 2018, in Polesine, secondo i dati Agri Istat, la superficie coltivata era aumentata del 67%, da 400 a 671 ettari. Allargando lo sguardo agli anni 30 del secolo scorso, per verificare gli effetti di clima e mercato, allora il pomodoro era tra le colture orticole minori in provincia di Rovigo.
 

Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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