Giallo sul Po, trovati resti umani nel fiume in secca

Lunedì 4 Aprile 2022 di Francesco Campi
Santa Maria Maddalena

OCCHIOBELLO - Resti umani emergono dalle sabbie del Po in secca. Un corpo parzialmente smembrato, al momento avvolto dal mistero. Sembrerebbe poter essere il corpo di una donna, ma per appurare gli aspetti medico legali, datarne la permanenza nel fiume e risalire eventualmente all'identità, occorreranno accertamenti che richiedono del tempo.

Corpo nel Po

La scoperta è avvenuta ieri pomeriggio e sono intervenuti i carabinieri che hanno transennato l'area facendo calare, su disposizione della Procura, una cortina di silenzio che alimenta il mistero, lasciando aperta ogni ipotesi e illazione. Compresa quella di un eventuale sospetto che si possa trattare del corpo di una vittima di un omicidio, anche se come l'esperienza insegna, l'eventualità più probabile è che possa essere uno dei tanti corpi di persone sparite nel Po per un gesto volontario.

Al momento, però, nulla si sa con certezza. Solo che parti di un cadavere sono stati trovati sull'alveo del fiume, nella zona della golena di Malcantone, a Santa Maria Maddalena e che gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo, nemmeno è emerso il grado di decomposizione del corpo.


Corpi ritrovati nel fiume Po: i precedenti


Non è la prima volta che le acque del Po restituiscono corpi senza identità. L'otto ottobre 2018 ne emersero addirittura due, in poche ore e a poca distanza, con storie distinte. Uno, fra la golena di Panarella e Corbola, di un uomo poi identificato in un 82enne ferrarese del quale erano in corso le ricerche più a monte, l'altro, senza testa, nel Po di Donzella, a Ca' Lattis, in avanzato stato di decomposizione. Oltre alla testa mancavano entrambi gli avambracci sul quale sono andate avanti per mesi le indagini appurando che era una donna. La secca dell'Adige del 21 aprile 2017 aveva fatto riemergere una vecchia Peugeot 306 con a bordo il corpo di Antonio Favarin, commerciante di vini in pensione, scomparso a 68 anni, il 23 marzo del 2009, dall'abitazione a Solesino. Uno dei casi rimasti senza risposte è il macabro ritrovamento, a cavallo fra 2014 e 2015, di due gambe, apparentemente recise con una sega all'altezza della testa del femore, emerse una nella laguna di Marinetta, l'altra a Boccasette, che vide impegnata l'allora pm rodigina Monica Bombana nel cercare di dare un nome a quel corpo smembrato, soprattutto dopo che le analisi avevano evidenziato che gli arti appartenevano allo stesso corpo ed erano stati datati nell'arco di qualche mese. Né i riscontri del Dna, né il controllo minuzioso delle denunce di scomparsa in aree con qualche possibile compatibilità, oltre all'utilizzo a tappeto dei cani molecolari per trovare altri eventuali resti, avevano fatto emergere nient'altro che permettesse di dare un'identità. Stessa fine per il giallo dell'estate 2019, quando a fine agosto sulle spiagge polesane erano stati ritrovati sei frammenti ossei che avevano fatto pensare a parti di uno stesso corpo e he potesse trattarsi di resti del cadavere mai rinvenuto di Isabella Noventa. Dei frammenti uno solo è risultato umano, gli altri erano resti animali: una mandibola di un giovane, ma già adulto, morto da qualche anno. Altre risposte non sono arrivate.

Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 11:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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