Rifiuti sulle spiagge, Legambiente con la Goletta verde ha fatto tappa a Boccasette

Sabato 11 Luglio 2020
Il cartello di benvenuti ai turisti alla spiaggia di Boccasette a Porto Tolle
ROVIGO – Anche Boccasette a Porto Tolle è stata tra le spiagge venete monitorate dai volontari di Legambiente per la presenza di rifiuti insieme a Pellestrina e Brussa Vallevecchia a Caorle nell'ambito di un progetto di pulizia straordinaria per Fishing for future con la tappa di Goletta verde. Sono stati raccolti un totale di 1904 rifiuti su un'area totale di 7.800 metri quadri con una media di 635 rifiuti ogni cento metri lineari di spiaggia. La plastica è di gran lunga il materiale più frequente, 81%, seguita da gomma (12,8%), vetro/ceramica (1,8%), legno trattato (1,3%), carta/cartone, metallo e tessili (1%). Prevalgono i pezzi di polistirolo della grandezza tra 2,5 e 50 cm (rappresentano il 15,4% del totale degli oggetti rinvenuti), pezzi di plastica (14,7%) e pezzi di gomma (9,3%). Seguono poi oggetti come cotton fioc, tappi e coperchi, reti o pezzi di rete e altri oggetti di plastica come le stoviglie usa e getta. Poco meno della metà dei rifiuti monitorati in Italia da Legambiente riguarda i prodotti usa e getta al centro della direttiva europea che vieta e limita gli oggetti in plastica monouso. La direttiva (UE) 2019/904, detta anche SUP (Single Use Plastics), si concentra su dieci prodotti in plastica monouso e sulle reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura, in quanto tutti insieme rappresentano il 70% dei rifiuti maggiormente rilevati sulle spiagge europee. Il testo propone che il divieto di utilizzo (a partire dal 2021) dei prodotti per i quali esistono alternative (posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce, mescolatori per bevande e aste dei palloncini) venga esteso anche ai prodotti di plastica oxodegradabile e ai contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso. L'obiettivo principale del progetto è proteggere e ripristinare la biodiversità e l’ecosistema marino nel Mare Adriatico, con la partecipazione dei pescatori e con la collaborazione dei territori.
Non si tratta solo di recuperare e trattenere sulle imbarcazioni della pesca professionale i rifiuti recuperati dal mare, ma anche di definire un modello organizzativo virtuoso per la gestione della filiera dei rifiuti marini a terra.
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