BERGANTINO - Nuovo allarme ambientale ai confini tra l’Alto Polesine e la provincia di Verona. Alcuni cittadini si sono preoccupati e hanno fotografo fossati rossi di percolato sul paleoalveo del Tartaro fossile sino al Canalbianco, ai confini tra Bergantino e Legnago. Lo scempio è ben visibile nei pressi della maxidiscarica di Torretta, un triste fenomeno che si ripete con sistematica periodicità. Il percolato è una sostanza oleosa inquinante prodotta dalla pioggia che si infiltra nelle piccole colline di Torretta colme di rifiuti, lotti esauriti e ricoperti di verde.
Sinora il percolato veniva e viene smaltito da ditte esterne, un migliaio di camion annui verso stabilimenti industriali di depurazione, spesa di quasi un milione di euro per 365 giorni. Da anni i residenti portano avanti la battaglia per il rispetto dell’ambiente e la tutela della pubblica salute. Nel 2016 c’era stato il via libera a un progetto per un grande depuratore da costruire nella zona nord-est della maxi discarica, dal costo di 1,4 milioni e la spesa sarebbe derivata dalla tassa Rsu.
Intanto la Regione Veneto nel 2019 aveva prolungato la vita di Torretta sino al 2025, nonostante la ferma opposizione delle Amministrazioni comunali di Melara e Castelnovo Bariano. Ciò per ricavare i milioni necessari a bonificare tutto il sito dopo la chiusura; previsti pure ristori per Bergantino, tra cui una ciclopedonale. Nel 2020 finalmente è stato approvato il progetto esecutivo a base d’asta di 4,6 milioni nel senso del massimo ribasso per l’aggiudicazione dei lavori. Ad aprile 2021 l’unica novità, purtroppo, è il trionfo del solito percolato.
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