Bar e ristoranti, fatturati in calo del 40 per cento nella pausa del pranzo

Martedì 28 Luglio 2020 di Roberta Merlin
Tavolini del bar deserti in centro a Rovigo
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ROVIGO I polesani si muovono di più, restano comunque in Polesine ma spendono il minimo indispensabile. E’ il quadro della situazione dell’economia cittadina e della provincia che ruota attorno al commercio al dettaglio e ai locali pubblici come bar e ristoranti. Dopo il lockdown dei mesi scorsi, le attività di ristorazione, in particolare legata al movimento del weekend, hanno visto una ripresa del 60-70%: a mancare sono però gli introiti legati alla pausa pranzo a causa del perdurare per molti uffici del telelavoro da casa e della mancanza del “giro” di pendolari riconducibili all’attività del Tribunale e dei diversi uffici pubblici.
I FATTURATI
Nonostante i fatturati siano in leggero recupero si registrano perdite ancora del 40 per cento, con effetti pesanti sulle prospettive e la sostenibilità economica delle aziende, che incidono sullo stato di fiducia degli imprenditori che non vedono a breve la possibilità di un ritorno alla normalità. Questo è quanto emerge anche dalla consueta analisi condotta dal Centro Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi che vede anche Rovigo tra le città che risentono della pandemia. Il Capoluogo polesano però, rispetto ad altre province del Veneto, registra un dato in controtendenza, ossia una maggiore frequentazione del centro storico di sera e, in particolare, durante i weekend.
LA TENDENZA
«I locali del centro stanno lavorando abbastanza bene – spiega Bruno Meneghini, funzionario di Ascom-Confcommercio - La pandemia ha infatti convinto i rodigini a restare in città, limitando gli spostamenti per svago e divertimento verso altre province. Bar e ristoranti hanno cambiato il loro modo di lavorare, non solo per adeguarsi alle regole anti-Covid, ma anche alla nuova tipologia di frequentazione. I clienti si concentrano infatti durante la sera e nei fine settimana, numeri sicuramente più elevati rispetto ai mesi precedenti quando si era in pieno lockdown. Giro di affari che compensa, in parte, la presenza di tavoli vuoti durante la pausa pranzo».
SPRITZ E APERITIVI
Facendo infatti un tour tra gli esercenti del centro, ad essere soddisfatti di come sta andando l’estate sono principalmente i cosiddetti locali da aperitivo e i ristoranti che sono riusciti a sfruttare il plateatico esterno senza ridurre drasticamente il numero di coperti. Preoccupazione e tagli di personale, invece, accomunano soprattutto i bar, per la drastica riduzione di colazioni e pranzi veloci. «Il centro città sta reggendo abbastanza bene l’impatto della pandemia – spiega Meneghini - C’è sicuramente un calo di incassi del 30, anche 40 per cento in alcuni casi, ma bar e ristoranti riescono comunque e restare aperti anche con un pizzico di ottimismo dal momento che nei mesi scorsi la preoccupazione era sicuramente quella di trovarsi o meno nelle condizioni sanitarie di aprire o meno i locali». «Non credo ci sarà un nuovo lockdown – spiega il funzionario dell’Ascom - Anzi, meglio nemmeno prendere in considerazione un’ipotesi che porterebbe, prima di fine anno, alla chiusura di almeno un 50% delle attività della provincia».
COMMERCIO IN CRISI
Più sofferente il commercio al dettaglio, in particolare nelle aree turistiche. «I negozi hanno subìto enormi perdite dalla chiusura forzata – spiega Michele RaisI di Confesercenti - Il settore dell’abbigliamento è in ginocchio anche in città. La speranza è che ci sia un recupero delle spese grazie ai saldi di agosto per scongiurare l’aggravarsi di una situazione già critica su questo fronte. Sicuramente più critica di settori come la ristorazione, che ha visto, invece, una ripresa abbastanza soddisfacente, anche se per il momento legata alla possibilità di allargare i locali all’esterno a garanzia delle normative di sicurezza anti-Covid».
NOTTE BIANCA
«Sabato 1 agosto – annuncia il portavoce di Confesercenti – ci sarà la notte dei saldi, una specie di notte bianca dedicata allo shopping pensata dalla nostra associazione proprio per dare una mano al commercio al dettaglio in questa crisi senza precedenti».
TURISMO “AUTOCTONO”
Preoccupazione anche sul fronte del turismo. «Rosolina, ad esempio, sta lavorando con i polesani, dal momento che il turismo straniero è praticamente quasi azzerato», sottolinea Raisi. Se però gli stabilimenti balneari riescono, grazie anche alle ampie spiagge, a riempirsi per “sbarcare” la stagione, più difficile è la situazione dei negozi e delle attività di ristorazione abituate a numeri ben diversi, che faticano a coprire le spese di gestione.
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Ultimo aggiornamento: 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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