Crack delle Popolari venete: quattromila polesani truffati dalle banche

Domenica 27 Ottobre 2019 di Roberta Paulon
Crack delle Popolari venete: quattromila polesani truffati dalle banche
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ROVIGO - A due anni dalla perdita del loro denaro, bruciato dalle banche a cui avevano affidato i risparmi, le famiglie polesane non vedono ancora una prospettiva di giustizia. «E’ stato come aver aperto la porta ai ladri», è lo sfogo di una signora polesana tra le storie emerse ieri alla riunione sulla tutela del risparmio che si è tenuta nella sede dell’Ordine dei farmacisti in via Mario.
LA STORIA
«Ero andata in banca per svincolare dei soldi investiti, che servivano per l’acquisto di metà dell’appartamento della mamma mancata pochi anni fa - ha raccontato la donna - Mi scadevano le obbligazioni e fu la prima e unica volta che vidi il direttore, che tentò di propormi delle azioni e io dissi di no. Ma mi disse: “Li mettiamo a maturare con nostri prodotti, appena le servono glieli svincoliamo».   Ecco. Poi ho dovuto cambiare appartamento, il mio era troppo costoso, andare in affitto, perché nel frattempo mio marito ha perso il lavoro a causa di un altro dei crac famosi a livello nazionale. Sono andata in analisi, ho preso antidepressivi e ancora oggi non trovo pace. Rendiamoci conto che c’è chi si è sparato per questa vicenda».
SOLDI SPARITI
«Non sono solo i pensionati che hanno perso i risparmi di una vita – insiste una mamma – Io e mio marito siamo una famiglia giovane con tre figli sotto i vent’anni, due dipendenti pubblici con contratti che da oltre 10 anni non vedono un rinnovo. Ora non arriviamo a fine mese pur lavorando tantissimo entrambi». E ancora la famiglia di un dipendente della Popolare di Vicenza: «I soldi della mia famiglia e dei miei suoceri, investiti su consiglio del cognato esperto di prodotti finanziari, sono spariti. Stiamo ancora combattendo contro un sistema che si attacca ai cavilli per non rimborsare quanto dovuto. La gente ha perso la fiducia nelle istituzioni: nelle banche ovviamente, ma anche nella giustizia e ci rimane solo la speranza che la politica si ricordi del suo ruolo di tutela nei confronti dei cittadini».
A questi appelli hanno risposto il parlamentare Raphael Radizzi, componente della commissione d’inchiesta sulle banche, e il sottosegretario Alessio Villarosa. Le procedure d’indennizzo sono avviate: lo hanno assicurato l’onorevole Radizzi del Movimento 5 stelle, e Villarosa, sottosegretario del Ministero dell’economia e delle finanze che si dedica a tempo pieno a quella che definisce la “truffa massiva messa in atto dalle banche”.
PIATTAFORMA
Le notizie che portano da Roma sono le seguenti: finalmente il Parlamento ha finanziato, con 1,5 miliardi, il fondo nazionale di ristoro che inizierà a erogare i primi acconti attraverso la piattaforma digitale del Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, società controllata totalmente dal Ministero dell’economia e delle finanze del quale è una società in house) e si sta per insediare la commissione d’inchiesta che dovrà individuare le responsabilità della dilapidazione dei risparmi delle famiglie. Il Consap ad oggi, ha riferito il sottosegretario, ha accolto il 90% delle domande presentate attraverso la piattaforma digitale e solo per il 10% delle domande ci sarà una valutazione da parte di una commissione tecnica per accertare i requisiti per il ristoro. Questo sistema farà recuperare ai risparmiatori traditi almeno il 30% dei risparmi bruciati.
TUTELA CONSUMATORI
Di fronte a questi spiragli, gli avvocati Fulvio Cavallari dell’Adusbef e Franco Conte del Codacons evidenziano però che è necessario il riconoscimento integrale del danno subito inserendo nella legge di bilancio in discussione la possibilità di ricorrere al giudice, superando lo stato di solitudine in cui si trovano le famiglie oggi che non hanno una prospettiva di giustizia. Al momento, infatti, le famiglie non possono ancora intentare causa alle banche.
Ultimo aggiornamento: 18:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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