L'Avis contro le fake news: «Tante false notizie sul web hanno rallentato le donazioni»

Domenica 20 Febbraio 2022 di Roberta Paulon
La presentazione delle campagna "Io dono"

ROVIGO - Con undicimila donatori e sedicimila sacche di sangue donate nel 2021, non può essere altro che un successo il bilancio dell’Avis. Anche se in tempi di pre-pandemia si sarebbe potuto contare su oltre duemila donazioni in più, mantenere questi livelli negli ultimi due anni è stato un lavoro da eroi. Il centro trasfusionale di Trecenta chiuso, poi riaperto per soli tre giorni a settimana e con enorme sforzo a causa della mancanza di personale dell’Ulss 5, ha costretto i donatori a rivolgersi a Rovigo o a Legnago, non certo incentivando la donazione degli altopolesani. Inoltre il dilagare di Omicron, che ha messo a letto migliaia di polesani e decine di migliaia in isolamento, ha determinato un ulteriore freno alle donazioni con appuntamenti che saltavano e che dovevano essere riprogrammati.

«Momento delicato»

«Il momento che stiamo attraversando continua a essere delicato - sottolinea la presidente provinciale Barbara Garbellini - la variante Omicron ha generato difficoltà anche al sistema trasfusionale per carenze di donazioni generate dai nuovi contagi anche tra i donatori. Anche per questo dobbiamo essere in tanti, per garantire che il sangue raggiunga chi lo aspetta. Ci sono stati dei momenti in cui si sono registrate carenze di gruppo 0, comunque siamo riusciti a mantenere l’autosufficienza all’Ulss 5 e il sostegno extraregionale agli amici sardi, oltre a supportare la cessione verso i poli operatori di Verona e Padova. Per questo dobbiamo ringraziare la resilienza dei nostri donatori».
Infine, ci si sono messe di mezzo pure le fake news, cioè le false notizie che rimbalzando qui e là sul web e sui social network, vengono condivise da persone non correttamente informate e che hanno messo a dura prova il sistema, minacciando la cultura del dono su cui l’associazione investe ogni anno il tempo dei volontari. «Grazie ai volontari delle nostre Avis comunali - ha ricordato la presidente - perché non hanno smesso di essere operativi e ogni giorno sono disponibili telefonicamente a dare corretta informazione in merito al sistema trasfusionale».


«Bufale destabilizzanti»


Le fake news sono «destabilizzanti non solo per il sistema trasfusionale, ma anche per la salute e la sicurezza degli ammalati - tuona Garbellini - si può diventare donatori anche senza il Green pass rafforzato, perché la donazione è una prestazione sanitaria e tranquillizziamo sul fatto che il Covid non si trasmette con il sangue. I donatori sono sempre tenuti al rispetto delle norme anti-Covid e negli ambienti dove avviene la trasfusione, vengono mantenute le distanze e la sicurezza. Sono false anche le notizie sull’ipotesi che il sangue delle persone che hanno ricevuto la terza dose possa coagulare oppure contenga emocomponenti di scarsa qualità. Invitiamo tutti i cittadini a informarsi sul sito e tramite i canali ufficiali Avis tra i quali anche il sito e la pagina Facebook, ma anche semplicemente facendo una telefonata all’Avis comunale, prima di diffondere o condividere false informazioni che potrebbero arrecare un danno di tutti. Teniamo sempre il focus sul fatto che ci sono persone che aspettano il nostro sangue, perché devono effettuare la trasfusione periodicamente: è indispensabile per la loro stessa vita».
Sangue e plasma dei donatori polesani servono in grande quantità al corretto funzionamento degli ospedali del territorio dell’Ulss 5, servono ai pazienti con malattie rare che vengono trasfusi regolarmente e anche ai cittadini sardi che possono contare su una compatibilità particolarmente fortunata con il sangue dei donatori delle province di Rovigo e Belluno, ha spiegato la presidente. «Ecco perché è importante diventare donatori e continuare perché il sangue non si compra e non si fabbrica, si dona».
 

Ultimo aggiornamento: 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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