L'autodromo di Adria a un passo dal fallimento, procedure giudiziarie già avviate nei tribunali di Roma e Rovigo

Venerdì 2 Ottobre 2020 di Guido Fraccon
PISTA PER AUTO E MOTO L'International Raceway di Adria naviga in cattive acque
L’Adria International Raceway rischia il fallimento. L’immobiliare Darma Asset Management Sgr spa, società di gestione del risparmio con sede in Milano, già il 23 gennaio scorso, ha presentato dichiarazione di fallimento nei confronti di F&M, società proprietaria dell’autodromo di Adria. La procedura fallimentare al momento è in itinere. 

CONCORDATO PREVENTIVO
Per salvare F&M è in corso un concordato preventivo che ha interessato dapprima gli uffici del Tribunale di Roma che, con decreto del 24 giugno hanno dichiarato la continenza del procedimento di concordato e di quello pre fallimentare precedentemente promosso davanti al Tribunale di Rovigo, disponendo la trasmissione degli atti all’Ufficio giudiziario polesano. Commissari giudiziali sono stati nominati per Giovanni Tibaldo e Roberto Nevoni. 
La situazione è ancora fluida dal momento che F&M, che ricordiamo ha la sua sede legale in Roma in via del Vascello 16, ha avuto tempo fino a fine agosto per depositare la proposta concordataria e il contestuale piano di rientro. 

IL TRIBUNALE
I giudici del Tribunale di Rovigo, il presidente Paola Di Francesco ed i colleghi Francesco Bazzega e Elisa Romagnoli nel frattempo hanno ordinato a F&M di depositare un aggiornamento dei crediti, compresi quelli che si presume sorgeranno per effetto degli atti legalmente compiuti nel periodo di proroga, una relazione sull’attività finora compiuta ai fini della predisposizione della proposta e del piano, nonché un’aggiornata relazione relativa alla gestione finanziaria. Al tutto dovrà essere allegato l’elenco delle più rilevanti operazioni compiute, di carattere negoziale, gestionale, finanziario o solutorio con l’indicazione della giacenza di cassa e della liquidità disponibile sui conti correnti intestati. 

EX CONVENTO
L’ombra di Darma si staglierebbe anche sul recupero dell’ex convento delle Canossiane di corso Garibaldi. È stato ed è un iter lungo e complesso quello del restyling dell’ex convento, iniziato con la sua approvazione nel 2001, cui ha fatto seguito, nel 2002, una convenzione con cui la proprietà cedeva alla pubblica amministrazione un’area destinata a verde pubblico di circa seimila metri quadrati, alcuni fabbricati che vi insistevano sopra e la storica chiesetta dell’ex istituto. Un progetto in corso d’opera modificato per una serie di problemi e per venire incontro alle mutate esigenze della proprietà. Proprio sulla nuova residenzialità ruotavano le modifiche proposte al piano originano. 

78 MINI ALLOGGI
Al posto dei 23 alloggi inizialmente previsti, ne avrebbero dovuto essere realizzati 78. Un incremento notevole, reso possibile dal fatto che le abitazioni sarebbero state ridotte come dimensioni e sarebbero state recuperate le soffitte, con intervento sui sottotetti. Contestualmente avrebbe dovuto cambiare anche il numero degli uffici: dai 10 originari si era passati a 5 con una variazione della cosiddetta destinazione d’uso. Avrebbero dovuto aumentare anche i parcheggi esterni grazie ad alcune modifiche del garage seminterrato con una maggior razionalizzazione dell’intera opera. Un intervento complesso che prevedeva a scomputo degli oneri di urbanizzazione anche la creazione di un teatro all’aperto, che avrebbe dovuto sorgere sull’area sovrastante il parcheggio sotterraneo.
Ultimo aggiornamento: 17:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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