ADRIA - Compleanno amaro per l'Adria International Raceway.
CATTEDRALE NEL DESERTO
L'autodromo, spogliato dei suoi arredi, potrebbe infatti rimanere una cattedrale nel deserto. L'operazione è stata portata avanti nonostante i tentativi i promossi da Bioitalia di bloccare la vendita e gli appelli dell'avvocato Giuseppe Cavallaro, legale di Bioitalia, ultimo gestore della struttura motoristica. Biotalia afferma di vantare dal 2016 un preliminare con il fondo di gestione Darma per l'acquisto della struttura e di altri complessi immobiliari legati al fallimento F&M. Cavallaro inoltre ha dichiarato che chi dovesse acquistare all'asta i beni mobili del fallimento F&M potrebbe essere costretto a restituirli. «Non possono far niente, né affittare il complesso né venderlo - ha dichiarato solo martedì Cavallaro - e non possono neppure vendere all'asta i beni mobili. Chi acquista, dovrà restituirli. Stanno vedendo beni che non sono loro». Secondo Bioitalia e Cavallaro molti dei beni mobili di F&M sarebbero ricompresi nel preliminare di vendita del 2016, avvallato da Banca d'Italia, oggetto poi di un recesso da parte di Darma. Su questa vicenda del preliminare d'acquisto, il 13 ottobre prossimo, a Milano, prevista una udienza, la seconda, in Tribunale. «Solo un accordo tra Darma e Bioitalia può consentire la ripresa delle attività - ha evidenziato Cavallaro - è c'è una regia che punta all'acquisizione dell'Adria Raceway ma non lo può fare senza il consenso di Bioitalia o versando 15 milioni e un euro, un euro in più del preliminare firmato da Bioitalia con Darma. Quest'ultima però rifiuta di presentarsi dal notaio per il rogito».