ROVIGO - Sul piatto, quattro bar e 84 distributori automatici di alimenti e bevande. In luoghi che purtroppo sono sempre molto frequentati. Si tratta, infatti, dei "punti ristoro" all'interno delle strutture dell'Ulss Polesana. In particolare, i bar dei tre ospedali di Rovigo, Adria e Trecenta, e quello all'interno della Cittadella sociosanitaria, oltre a tutti i distributori automatici che si trovano in 16 strutture dell'azienda sanitaria.
Difficile che un polesano, almeno una volta in un anno, non passi da uno di questi luoghi, con un'alta probabilità di consumare qualcosa. Senza contare tutto il personale sanitario.
Un boccone ghiotto e non a caso il "conto" è di oltre 5 milioni di euro, circa uno all'anno.
LA STORIA
L'ultimo bando risale al 2018. E l'appalto triennale da oltre 3 milioni se l'era aggiudicato Serenissima ristorazione, leader nel settore delle mense ospedaliere e del "cook and chill", con sede a Vicenza e stabilimento di produzione a Boara Pisani. All'epoca il precedente gestore, Sirio, colosso con sede operativa a Ravenna, ma già presente nei bar degli ospedali di mezzo Veneto, aveva impugnato l'affidamento, chiedendo il subentro nel contratto al posto di Serenissima e il risarcimento dei danni subiti. Il Tar aveva poi bocciato il ricorso. Scaduto il triennio, Serenissima ha continuato con la gestione in proroga in attesa delle indicazioni sul nuovo bando della Commissione regionale per l'investimento in tecnologia ed edilizia, la cui risposta è arrivata a gennaio, indicando di mettere a base d'asta il fatturato pre-Covid e prevedere un canone calcolato sulla base dell'ultima concessione, valutando l'opportunità di fissare un canone per ciascun bar e uno per i distributori.
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