«Mi sono tolto un peso che portavo da dieci anni»

Venerdì 4 Giugno 2021
Andrea Bacchetti

ROVIGO - Nella pagina Wikipedia di Andrea Bacchetti c'è ancora una foto di profilo che lo ritrae sconsolato dopo la finale persa al Battaglini nel 2011 contro il Petrarca.

E' decisamente il momento di cambiarla. Magari con quella scattata mercoledì sera con lo scudetto in mano, che in poche ore sui social ha fatto il pieno di like. A dieci anni di distanza il sindaco si è preso la rivincita. Con l'eterno Edo Lubian mercoledì, al Plebiscito, era l'unico superstite di quella bruciante sconfitta. Pareggiata ora da un trionfo altrettanto clamoroso, colto all'ultimo respiro sul campo degli storici rivali.


CONTO IN SOSPESO
«Sentivo di avere un conto in sospeso con la città e i tifosi. Mi portavo dentro un peso da quel 28 maggio 2011. Finalmente me lo sono tolto - confessa il trequarti rossoblù, che non ha potuto gioire per lo scudetto del 2016 perché allora in forza alle Fiamme Oro Faccio i miei complimenti a tutti i compagni, allo staff e alla società. Abbiamo lavorato bene in un anno difficile. Siamo caduti ma ci siamo rialzati. Siamo andati a Padova per giocare la finale senza nasconderci, volevamo imporre il nostro gioco. Non è stata una partita perfetta. Come è ovvio che sia, abbiamo commesso qualche errore (compreso un due contro uno' al largo gettato alle ortiche dallo stesso Back' nel primo tempo, ndr.), ma non abbiamo mai mollato e ci siamo portati a casa questo straordinario scudetto».
Un tricolore che diventa ancora più epico perché agguantato al fotofinish di una sfida per cuori forti. «Partite come questa, in cui si affrontano squadre molto forti sia in attacco che in difesa, si decidono sui singoli episodi spiega Bacchetti Forse nel finale ci abbiamo creduto più del Petrarca. La meta finale non è arrivata per caso: è frutto di un piano di gioco ben preciso, provato e riprovato in allenamento. Essere riusciti a segnarla significa che in tutto il gruppo c'erano unità e serenità giuste per centrare il traguardo».


DEDICA AI TIFOSI
Al rientro in città, naturalmente, l'ex golden boy è stato tra i più acclamati dal popolo rossoblù. «Spero che tutti i tifosi, sia quelli che ci hanno incitato al Plebiscito' che quelli che ci hanno accolto a Rovigo, siano orgogliosi di noi. Abbiamo dato l'anima. In un anno delicato come quello che abbiamo vissuto, con la costante paura del virus, vincere uno scudetto può essere una gratificazione per tante persone che a lungo non sono potute uscire di casa, nè tanto meno venire allo stadio. La mia dedica è per loro e per l'intera città di Rovigo» -conclude Bacchetti.


QUESTURA IN FESTA
Anche la Questura di Rovigo è in festa. La conquista del 13. scudetto - si legge nella nota diffusa ieri dal Commissariato rodigino è anche merito degli agenti scelti della Polizia di Stato Guido Barion, in forza alla Digos, e Andrea Bacchetti, in servizio all'Ufficio di Gabinetto, i quali hanno ricevuto i complimenti del questore Raffaele Cavallo e di tutto il personale. Entrambi, prima di passare alla Questura di Rovigo rispettivamente nel 2016 e nel 2020, erano stati protagonisti per alcuni anni nelle fila delle Fiamme Oro, conquistando anche la Coppa Italia proprio al Battaglini' (nel 2014 in finale contro Rovigo, ndr.), portando ulteriore lustro alla Polizia di Stato.
Lo stesso percorso di Bacchetti e Barion ora toccherà ai rossoblù Gianmarco Vian e Andrea Menniti-Ippolito, attesi al concorso per entrare in Polizia e vestire la maglia delle Fiamme Oro a partire dalla prossima stagione. A Roma arriveranno da campioni d'Italia.
 

Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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