Lo smog concede una tregua: il "semaforo" dell'inquinamento torna verde, via le limitazioni

Giovedì 5 Gennaio 2023 di Francesco Campi
Negli ultimi giorni l’inquinamento sembra aver allentato la presa su Rovigo: così il “semaforo” del livello di allerta dal rosso è tornato al verde, facendo cadere le limitazioni.

ROVIGO - L’inizio non era stato dei migliori, ma in questi giorni l’inquinamento sembra aver allentato la sua presa su Rovigo e sulla pianura polesana, così che il “semaforo” del livello di allerta dal rosso è tornato sul verde, facendo cadere le limitazioni che erano entrate in vigore dal 28 dicembre, al decimo sforamento della soglia massima giornaliera ammissibile della concentrazione del Pm10, pari a 50 microgrammi per metro cubo di aria. Dal 19 dicembre al primo gennaio, a parte una giornata di “respiro” il 30 dicembre, il valore registrato dalla centralina Arpav di largo Martiri è sempre stato sopra i 50 microgrammi, valore che la normativa indica come soglia massima a tutela della salute. La vigilia di Natale è stata raggiunta addirittura quota 88 microgrammi. Ma lunedì e martedì, finalmente, i valori sono stati sotto i limiti.
«Dopo un primo giorno dell’anno caratterizzato da generalizzati superamenti del valore limite giornaliero del Pm10 - spiega l’Arpav - nelle giornate del 2 e 3 gennaio si è registrato il rispetto del valore limite giornaliero per le Pm10 nelle aree a sud ovest della regione. Rientrano, quindi, al livello di allerta 0 (verde) le aree di Verona, Rovigo, Badia Polesine, Este, Cinto Euganeo, Monselice e Legnago. Al contrario, nella parte centro-orientale della regione non si sono registrati due giorni consecutivi di rispetto del valore limite, perciò restano al livello di allerta 1 (arancio) le aree di Venezia, Treviso, Vicenza, Castelfranco Veneto, Mansuè, Mirano, San Donà di Piave, Chioggia, Piove di Sacco, Cittadella e al livello di allerta 2 (rosso) le aree di San Bonifacio e Padova». Per quanto riguarda le previsioni delle concentrazioni di Pm10, tra ieri, oggi e domani, l’Arpav parla nuovamente di condizioni sfavorevoli alla dispersione delle polveri, quindi l’aria buona di lunedì e martedì potrebbe essere stata solo una parentesi.

IL PROBLEMA

Nel 2022 i giorni di superamento del limite di concentrazione giornaliera di Pm10 sono stati 65 rispetto ai 35 ritenuti “accettabili” dalla normativa. Vista la situazione critica degli ultimi giorni, Legambiente ha rivolto un appello ai sindaci del Veneto. «Il 2022 è stato l’anno più caldo con una siccità che ha spinto diversi territori sull’orlo della crisi idrica. L’autunno, l’inverno, i giorni attuali confermano questa tendenza con temperature anomale, caldo, e una pressione atmosferica che non accenna a diminuire. Queste combinazioni sono “letali” nel catino della pianura Padana e aggravano sensibilmente la già drammatica situazione della qualità dell’aria. L’accordo del Bacino padano ha già previsto l’attuazione di alcune misure di contenimento di fronte all’aggravarsi della situazione che, giornalmente, Arpav sta ripetutamente certificando. In questo contesto e nel quadro dell’aggiornamento delle linee guida da parte dell’Oms che da tempo invoca la riduzione il più presto possibile del livello di inquinamento atmosferico, responsabile ogni anno di oltre 50mila morti premature solo in Italia, sarà determinante da subito e per i prossimi anni agire per l’aria pulita in pianura padana attraverso un sempre più incisivo coordinamento e coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati del territorio. Per questo è auspicabile che si intervenga anche oltre gli accordi, le norme o le ordinanze, coinvolgendo i cittadini attraverso scelte coraggiose della politica».
Il presidente Luigi Lazzaro rimarca che «per raggiungere il traguardo “aria pulita” servono soluzioni multilivello Stato-Regioni-Comuni, ma i sindaci giocano un ruolo decisivo, per questo chiediamo loro di superare la logica delle deroghe. Nei periodi di allerta arancione e rossa chiediamo di sospendere ogni deroga, prevedendo incentivi innovativi come la gratuità del trasporto pubblico, l’applicazione dello smart working per i dipendenti dell’ente e la transizione ecologica degli eventi e delle tradizioni rurali, come i “pan e vin”, cui non vogliamo certo rinunciare, ma che come auspicato anche dal presidente Mattarella, devono saper accogliere il cambiamento e la modernità».
 

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