Il comitato cittadini dice no al biogas nell'impianto di compostaggio di Boara

Giovedì 28 Ottobre 2021 di Federica Broglio
L'impianto di compostaggio di Boara Polesine

ROVIGO - Secco no del Comitato ambiente di Rovigo al progetto di miglioramento tecnologico dell’impianto di compostaggio di Boara Polesine dell’ex Biofer-Amit, ora di proprietà dell’Eni. Con una relazione di ben oltre le cento pagine, depositate e presentate in Comune, i residenti di Sarzano, Boara, Mardimago e Ca’ Bianca rifiutano la proposta di progetto da impianto aerobico ad anaerobico con l’inserimento di produzione di biogas proposta dalla ditta Enibioch4in Aprilia.

Motivo? Di fatto non migliorerebbe per nulla il problema delle emissioni di odori, in quanto quella di ammonio e altri composti volatili organici, da studi scientifici, generano comunque un inevitabile inquinamento olfattivo stagionale. Il progetto peraltro non è chiaro proprio sul fattore dello stoccaggio del digestato all’aperto o al chiuso e conferma che non ci saranno variazioni sostanziali sulla questione delle esalazioni.
Altra questione sollevata e contestata dal Comitato è quella relativa all’importazione di rifiuti da fuori regione, principalmente da Campania e Puglia.

Se il principio della autosufficienza dei rifiuti e del loro smaltimento è stato recepito anche nel Testo unico ambientale e poi declinato a livello di Ambito territoriale ottimale, allora non si capisce perché i rifiuti debbano venire da fuori provincia e regione.

RIFIUTI DA FUORI REGIONE
«Qual è la motivazione per cui conviene spendere risorse ingenti per trasportare fino a Rovigo da quasi mille chilometri di distanza dei rifiuti? – si legge nelle osservazioni del Comitato che il 3 novembre saranno depositate anche all’Asl - Ci sono controlli sui contenuti dei rifiuti in ingresso? Qual è la convenienza?».
Secondo il Comitato, se la produzione di Forsu in Polesine è pari a 20mila tonnellate l’anno e vale sempre il principio dell’economia circolare, allora l’impianto di Boara andrebbe ridotto, lasciando l’onere dello smaltimento extra regionale ad altri.

Ma la preoccupazione maggiore per i residenti è la tutela della salute, perché il digestato sarà trattato anche all’aperto e la produzione di biogas, seppur anaerobico, produrrà a cascata, dicono i residenti, una miriade di composti volatili che saranno immessi in atmosfera. E dimostrano la tossicità di alcune componenti chimiche sulla base dei dati forniti dall’Isde, la società Internazionale dei Dottori per l’Ambiente, dai quali si evince che possono causare rischi di incrementi di disturbi respiratori, di mortalità neonatale, bronco pneumopatia cronica, aumento della pressione arteriosa e altre malattie cancerogene e asmatiche.
Vero che Arpav, in alcune rivelazioni del 2019, ha segnalato il superamento della soglia delle sostanze odorose, senza possibilità di danno alle persone, ma, secondo il Comitato - sulla base delle “Linee guida per la valutazione del rischio da esposizione ad agenti chimici pericolosi e ad agenti cancerogeni e mutageni” a cura di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - è l’esposizione prolungata nel tempo che può diventare tossica.


DA IMPUGNARE
Per cui gli abitanti delle frazioni interessate si chiedono in trent’anni di attività dell’impianto cosa abbiano respirato e con quali conseguenze. Chiedono almeno di installare una decina di centraline di rilevamento per almeno un anno per verificare eventuali danni alla salute e all’ambiente, oltre ad altre apparecchiature per l’analisi delle acque superficiali e sotterranee dell’impianto.

Nel merito della procedura presentata da Eni, nel caso in cui la Provincia esprimesse parere negativo alla trasformazione dell’impianto, il Comitato manterrebbe la ferma posizione di chiedere la chiusura immediata dell’impianto ed eventuale riallocazione. Nel caso in cui il parere fosse positivo, il Comitato richiede sin d’ora al Comune di Rovigo di impugnare tale delibera in sede amministrativa per disporne l’immediato annullamento, e si riserva ovviamente azioni legali contro l’ente provinciale.
 

Ultimo aggiornamento: 07:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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