Addio all'ex alpino. Città in lacrime per Arduino Nali

Mercoledì 3 Marzo 2021
Addio all'ex alpino. Città in lacrime per Arduino Nali

ADRIA -Sulle note del coro Soldanella, alla presenza delle sue amate Penne Nere e delle altre associazioni combattentistiche e d'arma, delle massime cariche istituzionali e militari della Provincia, tra cui il Prefetto, la comunità adriese ha accompagnato ieri per il suo ultimo viaggio, il 96enne Arduino Nali.
La chiesa di Cristo Divin Lavoratore a Carbonara era gremita per abbracciare simbolicamente, per l'ultima volta, l'alpino, il partigiano e il reduce dal campo di concentramento di Mauthausen. «Arduino - ha sottolineato il parroco don Maurizio Savella - ci lascia un monito.

Certe barbarie non devono più accadere. Ricordo ancora cosa disse al funerale del fratello, almeno lui l'hanno messo in una bara, memore delle fosse comuni e quelle disumanità». 


TESTIMONE DELLA STORIA

Unanime il cordoglio di istituzioni e rappresenanti politici. «È stato testimone di una pagina nera del mondo» ha commentato il consigliere comunale Lamberto Cavallari. «Era un uomo libero che ha combattuto per la libertà», ha evidenziato il sindaco Omar Barbierato. 
«Era più che un amico- l'ha salutato l'amico fraterno Sandro Gino Spinello -: il mio maestro. Sono tante le storie di partigiani adriesi, come quella di Arduino, che meriterebbero di essere raccontate. Era iscritto al Pci dal 1945 e ha seguito il partito in tutte le sue trasformazioni anche se non è sempre stato facile, per lui, accettare certe svolte. Arduino ci ha insegnato l'amor patrio». 


SALUTATO CON BELLACIAO

Prima che le note dell'inno Italia e poi di Bella Ciao risuonassero sul sagrato, lo ha ricordato anche Antonella Toffanello, presidente del Comitato provinciale dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia: «Con lui se ne andata un'altra pagina della nostra storia, di quell'esperienza gloriosa che fu la Resistenza. Si è speso molto, come tanti testimoni di quel periodo, dai partigiani ai sopravvissuti ai campi di concentramento, e lui era stato entrambi, con i giovani per raccontare la sua esperienza».
Era questo, per l'Anpi, il suo grande desiderio: «Ovvero - ha spiegato Toffanello - raccontare e fare memoria, consapevole che questa era la strada per trasmettere ai giovani, che lui tanto amava, quello che erano stati non solo i mesi della lotta di Liberazione, la prigionia nel campo di concentramento ma anche quello che era stato prima, gli anni del fascismo durante i quali la sua giovinezza e la sua forza furono l'unico antidoto al dilagare della violenza e della barbarie fascista e nazista».


IMPEGNO PER I GIOVANI

Non si riteneva un eroe. «In quei terribili anni - ha concluso la presidente - Arduino ha sentito che non doveva girarsi dall'altra parte, che non doveva piegarsi alla dittatura e ha fatto la sua scelta, ha combattuto per darci un futuro, senza atteggiamenti eroici ma nella convinzione di essere dalla parte giusta. I partigiani come Arduino hanno lottato non solo per liberare il proprio paese dalla dittatura ma volevano un mondo migliore. E per tutta la sua vita ha continuato a coltivare e a difendere questo sogno». Nali lascia i figli Luigina e Luigino e numerosi nipoti e pronipoti oltre a un fratello.
Guido Fraccon

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