Conti in rosso, casa di riposo di Adria sull’orlo del baratro

Domenica 16 Ottobre 2022 di Guido Fraccon
Il Centro servizi anziani di Riviera Sant'Andrea ad Adria

ADRIA - «L’esposizione nei confronti del Tesoriere oggi pone l’ente in una situazione delicata. Qualora non si inverta la rotta, a breve non sarà più possibile far fronte al pagamento degli stipendi, né ad onorare i fornitori». Lo scrive nella sua relazione al controllo di gestione il direttore dell’ente di riviera Sant’Andrea Paola Spinello. «Al fine di giungere al pareggio, nel corso del 2021 - spiega Spinello - si sarebbe dovuto aumentare la retta giornaliera di 22,75 euro per ospite.

Nel corso del 2022 occorrerebbe un ulteriore esborso giornaliero di 23,10 euro. Nel corso del 2021 inoltre sono state utilizzate quasi tutte le disponibilità liquide in deposito presso il Tesoriere. Sono stati rallentati i pagamenti ai fornitori, non ricorrendo all’anticipazione di tesoreria». 

TREND AGGRAVATO
Nel corso del 2022 tale trend si è aggravato, costringendo l’ente, oltre a rallentare ulteriormente i pagamenti ai fornitori, a chiedere fin da inizio anno l’attivazione dell’anticipazione di tesoreria. «Alla data del 31 agosto - puntualizza la direttrice - è stato usato parte dell’anticipazione di tesoreria per oltre 330mila euro. Sono stati rallentati i pagamenti ai fornitori portando il debito scaduto a euro 997.367». Il servizio di Tesoreria del Csa è attualmente svolto da Bancadria Colli Euganei. «Le attuali condizioni - puntualizza Spinello - permettono un’anticipazione di cassa nella misura massima del 25%; l’attuale anticipazione di tesoreria è stata richiesta per un massimo scoperto di 700mila euro». 
Il massimo scoperto concedibile sarebbe pari ad 1.314.611 euro. «Nella programmazione dei pagamenti per il quadrimestre in corso - sottolinea - si dovranno monitorare le uscite di cassa, al fine di non sforare l’anticipazione di tesoreria e dar corso al pagamento degli stipendi. Ciò comporterà un rallentamento ulteriore dei pagamenti ai fornitori, con aumento dei debiti scaduti». In base alla relazione quella che si è abbattuta sul Csa sembra essere una tempesta perfetta, frutto di diversi fattori a partire dalle conseguenze della pandemia, con assenza pressoché totale di domande di ingresso di autosufficienti, divenuta carenza strutturale. Spinello punta il dito anche sulle scelte politiche del passato, l’autorizzazione sul territorio di maggiori posti letto rispetto alle impegnative assegnabili, sulla concorrenza dei privati e l’aver optato di radicare il Csa nella sede di riviera Sant’Andrea, a scapito di una nuova struttura. 

ERRATA PROGRAMMAZIONE
Tra le criticità, le ridotte manutenzioni, l’errata programmazione a livello nazionale della formazione di Oss, infermieri e medici e i costi energetici alle stelle e gli aumenti inflattivi degli approvvigionamenti. «Difficile - evidenzia - poter portare il bilancio in equilibrio con gli strumenti classici: possono solo rallentare il dissesto. Allo stato attuale possono essere messi in campo la revisione delle rette, la creazione di nuovi servizi come pasti a scuole e assistenza domiciliare, la trasformazione di servizi inclusi nella retta in servizi a pagamento (parrucchiera - lavanderia), il ridimensionamento delle manutenzioni, delle pulizie e del cambio biancheria». Tenuto conto dei cospicui investimenti in essere per l’antincendio, per Spinello sarà necessario stilare una scala delle priorità, reperire finanziamenti e pensare all’efficientamento energetico. «Vanno esplorate - conclude - strade alternative: esternalizzazione di servizi a privati, convenzionamento con altre strutture, trasformazione in fondazione, creazione di società in house per la gestione dei servizi».

Ultimo aggiornamento: 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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