Adria. La città si svuota: già a rischio quota 19mila

Martedì 23 Marzo 2021 di Guido Fraccon
Adria. La città si svuota: già a rischio quota 19mila

ADRIA - La città perde sempre più abitanti.

Al 31 dicembre scorso, il numero dei residenti era poco sopra quota 19mila. Numero destinato a scendere ulteriormente nei prossime mesi, alla luce del trend negativo delle nascite ed all'aumento dei decessi causato dal Covid 19, era pari a 19.009, suddiviso in 9.240 maschi e 9.769 femmine. All'ultimo censimento del 2011, per fare un raffronto, la popolazione legale era di 20.233 unità, mentre al 1 gennaio 2020 gli indicatori numerici registravano 19.152 abitanti. Il tutto nonostante Adria rappresenti il secondo comune della provincia e il terzo per estensione di superficie, con 113,39 chilometri quadrati dopo Porto Tolle e Porto Viro.


I DETTAGLI

I nuclei familiari toccavano quota 8.420. Piuttosto elevata anche l'età media della popolazione, in quanto gli adulti tra i 30 e 65 anni ne rappresentavano il 51,09%,e gli ultra sessantacinquenni erano il 26%. Sono 1.293 i cittadini stranieri che hanno portato la comunità ad avere una percentuale di presenza quasi del 6,80%, con 601 maschi e 692 femmine. Dodici le comunità presenti.


Nel 2020 i nuovi nati sono stati solo 86, a fronte di 273 morti, con un saldo di meno 187. La natalità negli ultimi anni è sempre più in calo. Si è passati dalle 121 nascite del 2016 alle 120 del 2017, mentre nel 2018 e 2019 sono state pari a 97 e 103. È aumentata in questi ultimi cinque anni anche la mortalità. Se nel 2016 sono stati registrati 260 morti, l'anno dopo il loro numero era salito a 268, toccando poi 272 e 279 decessi. In positivo il saldo tra immigrati ed emigrati. I primi negli ultimi dodici mesi sono stati 431 a fronte di 387 emigrati, più 44.
GIOVANITornando alla popolazione, era pari a 783 unità il numero dei residenti in età prescolare, da zero a sei anni. Quella da 7 a 14, l'età di scuola dell'obbligo, segnava quota 1.174. Erano 2.398 i residenti da 15 ai 29 e 9.711 gli adulti, dai 30 ai 65 anni. Gli over 65 toccavano quasi 5mila unità, 4.943 per la precisione. In base a questi dati, secondo l'analisi di palazzo Tassoni, seppure il tessuto produttivo adriese abbia saputo reggere alle crisi economiche degli ultimi anni, in città rimangono situazioni problematiche e di fragilità che hanno comportato un aumento delle richieste d'intervento e di valutazione dei bisogni sociali ed economici delle famiglie e degli individui.


«In tale situazione il Comune - si legge nella relazione - deve continuare a svolgere un ruolo centrale nella gestione e coordinamento della rete dei servizi sociali sul territorio, verificando che gli stessi siano destinati al sostegno delle famiglie, che devono essere supportate nella crescita dei figli, all'assistenza agli anziani e alle persone con disabilità, al contrasto alla povertà e al rischio di emarginazione».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci