La tentazione Lega scossa dal suo “doge”. «Governare da soli si può»

Martedì 22 Settembre 2020 di Angela Pederiva
La tentazione Lega scossa dal suo doge . «Governare da soli si può»

Nel giorno della verità a Palazzo Ferro Fini, la battuta più gettonata è l’ultima delle frasi di Osho: «Veneto, testa a testa tra Zaia e Sì». Ma quando su Venezia cala la notte, la satira lascia spazio all’evidenza: non solo Zaia Presidente si è aggiudicata il derby interno alla Lega, ma la corazzata zaianleghista ha messo all’angolo gli alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia, cambiando così definitivamente gli equilibri nel centrodestra. Al punto che lungo il Canal Grande comincia a serpeggiare la tentazione di un monocolore al Balbi, là dove “il doge Luca” potrebbe non avere più bisogno di alcuna stampella per formare la sua Giunta, se non altro su un piano strettamente aritmetico.

Roberto Ciambetti, presidente uscente del Consiglio regionale e ricandidato (o meglio: rieletto) proprio nella lista Zaia, prova a cavarsela con un sorriso: «Potenzialmente saremmo autosufficienti, ma non vogliamo sembrare quelli che stravincono». II fatto è che la galassia leghista ha stravinto. Così perfino il prudente Lorenzo Fontana, segretario di una Liga Veneta che per queste delicate elezioni si era pure aggiunta il marchio “per Salvini Premier”, non nasconde che la possibilità di governare da soli rappresenterebbe una «garanzia per consentire a Zaia di proseguire la sua azione amministrativa senza bisogno di andare a compromessi», in un terzo mandato in cui dovranno essere chiusi i fascicoli rimasti aperti: «Per noi è chiaramente importante per poter lavorare con tranquillità in un momento in cui si dovranno affrontare partite come le Olimpiadi di Cortina, la realizzazione della Pedemontana e l’ autonomia». Ma evidentemente la politica è ben più che matematica. Ed è chiaro a tutti che proprio l’autonomia, peraltro oggetto di un sospirato accordo pre-elettorale tra i leader Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, potrà essere portata a casa solo con un ampio consenso a livello parlamentare, coinvolgendo anche quel recalcitrante Sud su cui Fdi e Fdi magari un qualche utile ascendente possono tuttora averlo.

Zaia verso il +20% rispetto alla coalizione e la Lega supera la maggioranza assoluta. Non succedeva dai tempi della Dc

NELL’ESECUTIVO
Difficile dunque che Zaia voglia rompere il patto di centrodestra, per quanto sappia che la composizione della sua squadra dovrà soddisfare tante aspettative già fra i suoi e tenere conto di molti fattori. Per esempio il rispetto della rappresentanza territoriale, la riconferma di quegli assessori uscenti a cui il governatore non intende rinunciare, il consenso ottenuto nelle urne. E pure il suo opposto contrario, come indicato da Fontana in queste ore, vale a dire la necessità di consolare i delusi, attraverso il ripescaggio nell’esecutivo dei big bocciati dagli elettori.

IL DIVARIO
Ma forse tutte queste sono bazzecole, rispetto alla grana di una lista Zaia Presidente che ha il triplo dei consensi rispetto a quelli della Liga Veneta per Salvini Premier. «Averne di questi problemi...», dice Ciambetti: «Dietro le quinte del comizio di Cittadella, ho osservato Luca e Matteo: parlavano e scherzavano, non mi sembravano certo due persone divise da tensioni o invidie. Non so se Zaia avrà un futuro a livello nazionale, tutto può cambiare dall’oggi al domani. Ma in questo momento lo vedo concentrato sul Veneto dei prossimi cinque anni, senza nessun dualismo fra la sua lista e il partito. Noi tutti candidati eravamo intercambiabili per queste Regionali, io stesso fino a un mese fa ero in lizza con la Lega e poi sono stato spostato in Zaia Presidente, ma sempre e tutti leghisti siamo». Il ragionamento di Fontana è analogo: «Il divario? Era atteso. Anche nelle elezioni comunali, quando hai un candidato forte, accade qualcosa di simile. Però a differenza di quello che accade nei Comuni, la civica del presidente in questo caso è formata da leghisti. Zaia è nel direttorio della Liga Veneta. Lui stesso è iscritto nel gruppo della Liga Veneta in Regione, il nostro obiettivo era quello di superare il 50% fra le due liste per avere la maggioranza di leghisti in Regione e la cosa mi pare sia riuscita».
E cosa farà Zaia dopo questa vittoria personale? Comunque vada, il governatore dovrà contare di più, suggerisce Ciambetti: «Non lo vedo segretario e so che Luca non vuole farlo. Ma come presidente più votato della storia, credo proprio che dovrà essere coinvolto di più dal partito in giro per l’Italia».
 

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Ultimo aggiornamento: 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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