Il governatore Zaia contro il ministro Toninelli: «Promuove l'odio»

Lunedì 10 Giugno 2019 di Alda Vanzan
Il governatore Zaia contro il ministro Toninelli: «Promuove l'odio»
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VENEZIA - Non è neanche più uno scontro politico. Perché la politica, quella alta, istituzionale, quella che dovrebbe intercorrere tra un ministro della Repubblica italiana e un presidente di Regione - il primo nominato, il secondo eletto - non dovrebbe accettare commenti ai limiti dell'insulto e della querela. Eppure, tra Danilo Toninelli e Luca Zaia si è arrivati a tanto. Magari la vulgata pentastellata, con le accuse alla Lega e gli osanna a Toninelli, servirà a chi vuole salvare il ministro delle Infrastrutture da un probabile rimpasto. Di certo, con toni di questo livello non si aiutano i rapporti istituzionali.
 
Specie quando di mezzo ci sono problemi che riguardano i cittadini.
Il tema è quello delle grandi navi a Venezia. Da domenica scorsa, quando la Msc Opera ha perso il controllo a San Basilio, nel canale della Giudecca, andando a sbattere contro la motonave River Countess e causando quattro feriti, si assiste a un botta e risposta tra il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5s), il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega) e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro (civico, eletto nel 2015 con il sostegno del centrodestra). Zaia e Brugnaro ripetono che nell'ultimo Comitatone (novembre 2017, ministro Graziano Delrio) era stata fatta la scelta di portare le grandi navi a Marghera, passando per il canale dei Petroli e il canale Vittoruio Emanuele; Toninelli ribadisce che non esiste un progetto Marghera e che la scelta sarà tra Chioggia e il Lido di Venezia. I toni si sono inaspriti, scendendo al livello personale, quando Toninelli ha accusato Zaia di disertare le riunioni ministeriali; accusa che Zaia ha respinto, dicendo che Toninelli da quando è ministro ha convocato sei riunioni, a tre delle quali Zaia ha partecipato, a due essendo tecniche ha mandato l'assessore Elisa De Berti (e una delle due, unica delle sei totali, riguardava la crocieristica), mentre l'unico incontro disertato è stato una photo opportunity con la commissaria europea per i trasporti Violeta Bulc. In pratica è come se Toninelli avesse accusato Zaia di non fare il suo lavoro.
Ieri, dopo giorni e giorni di accuse e repliche, l'apice. Zaia, in una intervista al Corriere del Veneto dice che «con il metodo Toninelli non si va lontano». Ossia, «le opere vanno fatte, non si può dire solo no». E Toninelli, con un post su Facebook, ribatte: «Zaia ha ragione: col metodo Toninelli non va avanti chi vuole alimentare sprechi e corruzione». I commenti che seguono sul profilo del ministro Toninelli sono conseguenti: La Lega è amica dei tangentari e dello spreco di soldi pubblici (Eli Patty), Povero Veneto sotto la Lega e i legaioli corrotti e mafiosi (Simonetta Laberio), Bravissimo ministro Toninelli Zaia corrotto e mafioso come Salvini e tutti i legaioli (Giovanna Venturini), Col metodo Toninelli è finita la mangiatoia lo capisci caro Zaia (Roberto Gentilini), Zaia e compagnia sono vecchi politicanti, hanno rubato tutt'insieme ed hanno paura di essere scoperti (Cinzia Saccani). E sono solo cinque su un migliaio.
LA REAZIONELetto il post e i commenti sulla pagina del ministro, Zaia sbotta: «Toninelli alimenta l'odio». Il governatore ribadisce: «Sulle grandi navi il ministro ha voluto far passare l'idea che io non vada alle riunioni e questo è grave. È lui che ha cercato la rissa». E nel merito: «Sulla Pedemontana, chi l'ha visto? Gli unici messaggi arrivati è che siamo un covo di ladri e inquinatori. Idem la Tav veneta, che è ferma. Vogliamo parlare del Mose? Io ho sempre detto che quell'opera non l'avrei mai votata, ma al punto in cui siamo giunti va portata a termine. Insinuare che il Mose sia un'opera della Regione sulla quale la Regione ruba è cattiveria allo stato puro». Su questo il governatore del Veneto non transige: «Si fa passare l'idea che solo quelli del M5s siano onesti e gli altri tutti delinquenti e farabutti. Non funziona così; se qualcuno ha notizie di malaffare, vada in Procura a denunciare, non a fare il leone da tastiera, per poi chiedere scusa in privato». Di più: «Consolidare l'odio sociale è pericoloso, prima o poi qualcuno si fa male. Se tutti i giorni a uno che non sbarca il lunario si fa credere che il vicino di casa si comporta in maniera fraudolenta, inevitabilmente prima o poi andrà a suonargli il campanello». Il giudizio finale è netto: «Toninelli si dimentica che è lì per fare le cose, non per alimentare l'odio e tenere viva la sete di vendetta, peraltro non si capisce da chi e da cosa».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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