VENEZIA Il valzer delle nomine, al piano nobile di Palazzo Balbi, è un ballo a più tempi. Una combinazione di passi di danza e di marcia che aveva preso l'abbrivio con i capi dell'Avvocatura, della segreteria di Giunta e di quella generale della Programmazione, ma che ora aumenta decisamente il ritmo con la scelta del super-manager al vertice della direzione del Presidente. Si tratta di Federico Meneghesso, chiamato a raccogliere la pesante eredità di Fabio Gazzabin, braccio destro di Luca Zaia per un quarto di secolo.
I COMPITI Benché più giovane del signor Wolf, risolutore di problemi per conto di Zaia fin dai tempi della Provincia di Treviso, il 45enne Meneghesso vanta comunque una notevole esperienza in Regione, oltretutto su entrambe le sponde del Canal Grande.
LE CASELLE Questa nomina si aggiunge a quelle che, nelle ultime settimane, avevano visto il riempimento di altre caselle cruciali rimaste (o destinate a restare) vuote per il pensionamento o le dimissioni dei rispettivi titolari. Curiosamente la tornata era stata tutta trevigiana: Franco Botteon all'Avvocatura (al posto di Ezio Zanon); Lorenzo Traina alla segreteria della Giunta (in vista del riposo di Mario Caramel); Maurizio Gasparin alla segreteria generale della Programmazione (vacante dopo la partenza di Ilaria Bramezza), il quale dovrà ora essere sostituito alla guida dell'area Programmazione.
IL DOPO MANTOAN Al di là dei dg delle Ulss, che scadono a fine anno ma potrebbero essere prorogati per qualche mese, a questo punto rimane da scegliere solo il successore di Domenico Mantoan (passato all'Agenas) alla guida di Sanità e Sociale. I sussurri di Palazzo continuano a sostenere che si tratterà di un top manager esterno e non troppo giovane, dato che ieri è stata approvata a maggioranza in Consiglio regionale la legge che ne alza lo stipendio da 140.000 a 266.000 euro e consente l'incarico anche a 65 anni compiuti. «Così la figura del direttore dell'area viene allineata a quella dei dg», ha sostenuto la relatrice zaiana Sonia Brescacin. Contraria l'opposizione, che ha parlato di «norma ad personam» e si è vista respingere l'ordine del giorno che proponeva «un miglioramento del trattamento economico riservato al personale sanitario», come annunciato dalla correlatrice dem Anna Maria Bigon. «Quella è materia nazionale», ha risposto l'assessore leghista Manuela Lanzarin. Quindi niente da fare.