Segretario veneto dimissionario. Zaia tace, ma la tensione è alta

Martedì 17 Novembre 2020
Segretario veneto dimissionario. Zaia tace, ma la tensione è alta
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VENEZIA Sconcerto e alta tensione nella Lega-Liga Veneta dopo l'annuncio di Lorenzo Fontana di lasciare l'incarico di segretario nathional, cioè regionale, del partito avendo ricevuto da Matteo Salvini il compito di seguire anche il dipartimento della Famiglia.

Il timore di molti è che il segretario federale voglia commissariare il Veneto. Ed è già cominciato il totonomi: chi prenderà il posto di Fontana?


I FATTI
I maligni interpretano il nuovo incarico a Fontana - che è anche vice segretario federale della Lega e dal 25 ottobre componente della segreteria politica di Salvini, oltre che deputato della Repubblica - come un promoveatur ut amoveatur, ma soprattutto come il tentativo del Capitano di contenere il successo del doge veneto Luca Zaia. Solo supposizioni? Alcuni dati sono incontrovertibili.


Il primo. Lorenzo Fontana lascerà l'incarico di segretario della Lega-Liga veneta pur non essendo scaduto. L'ha detto domenica mattina quando, poco dopo le 10, ha diffuso un comunicato stampa: «Alla luce della nomina a capo dipartimento auspico che ora, visti gli impegni di valenza nazionale e la portata del nuovo incarico, si possa individuare una nuova guida per la Liga Veneta». E ancora: «Auspico che il profilo che sarà individuato possa essere quello di uno dei nostri bravi giovani».

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VENEZIA - Una volta si diceva che il Veneto era un gigante economico e un nano politico perché non sapeva esprimere una adeguata rappresentanza a livello centrale. Era la prima Repubblica, siamo probabilmente già alla terza, ma la sostanza non è cambiata.


Secondo. La decisione di Fontana di lasciare l'incarico non è stata concordata con il livello veneto che ha saputo della decisione a cose fatte. I componenti del direttorio - il vice Nicola Finco, il governatore Luca Zaia, gli altri due membri Roberto Marcato e Erika Stefani - non sono stati coinvolti.


Terzo. Zaia sapeva? Zaia ha detto di no. Così ieri al termine del punto stampa sull'emergenza sanitaria a Marghera: «No, non ne ero a conoscenza, il segretario Lorenzo Fontana mi ha avvisato ieri (domenica, ndr) verso le 11, mi ha detto che ci sarebbe stato questo suo abbandono e che stava uscendo un comunicato stampa, punto. Conseguenze? Mi fermo qui. Sono in modalità Covid con il cervello».


SILENZIO
Dunque, il governatore Zaia ha detto che non intende alimentare la polemica e ha liquidato la faccenda sbrigativamente. Ma è a dir poco sorprendente che, come da lui stesso dichiarato, sia venuto a conoscenza della decisione di Fontana di procedere a una successione a cose fatte, senza alcun preliminare contatto, men che meno con il segretario federale Matteo Salvini. Appunto, cosa dice Salvini? Interpellato, dal suo staff è stato comunicato che il Capitano non intende intervenire sull'argomento.


Nel frattempo è re-intervenuto Fontana, come riferiamo nell'intervista qui sotto. Fontana ieri ha anche rilasciato una dichiarazione all'agenzia di stampa Agi: «Ho solo voluto dire che avendo assunto questo ruolo nazionale importante, di capo del dipartimento Famiglia e ruoli identitari del partito, penso sia opportuno che ci possa esser qualcun altro che porti avanti le redini a livello territoriale».


Intanto nel partito monta nel toto-nomi. La convinzione è che se Fontana ha parlato della sua successione, la decisione sia stata presa con Salvini. E se Fontana ha auspicato che dopo di lui venga scelto «uno dei nostri bravi giovani», allora forse è proprio quello che vuole il Capitano. E chi sono i «bravi giovani»? Nel totonomi spicca il vicentino Nicola Finco, 37 anni, ex capogruppo della Lega in consiglio regionale, ora vicepresidente dell'assemblea legislativa: voleva fare l'assessore, Zaia l'ha scontentato. Finco era stato proposto al ruolo di segretario della Lega-Liga Veneta dallo stesso Fontana ancora l'anno scorso, poi Salvini aveva deciso diversamente. Oppure qualche commissario provinciale: il veneziano Andrea Tomaello, il veronese Nicolò Zavarise. O il deputato padovano Alberto Stefani. La base, intanto, scalpita: «Sempre nomine dall'alto? Diventeremo come Forza Italia dove decidono Berlusconi e i suoi colonnelli senza mai un congresso?».
Al.Va.

Ultimo aggiornamento: 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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