Zaia: «Crescono i ricoveri, focolai in 2 case di riposo. In intensiva 32enne partoriente vicentina non vaccinata» Il trend di Padova: triplicati i casi

Lunedì 30 Agosto 2021 di Gigi Bignotti
Luca Zaia oggi a Marghera
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MARGHERA  (Venezia) - Luca Zaia torna in diretta oggi, lunedì 30 agosto 2021, dallal sede della Protezione civile di Marghera per le ultime notizie sulla pandemia da Covid in Veneto con il caso Vicenza su tutti per i focolai nelle case di riposo e soprattutto per la 32enne grave in rianimazione. 

I DATI DI OGGI
«I tamponi effettuati sono quasi 13 milioni in totale fino ad oggi, ha ricordato il governatore veneto.

Dopo un mese dallo scoppio del Covid, ovvero il 21 marzo 2020 al giorno ne facevamo 2.200 oggi ne facciamo 40mila, ma siamo arrivati anche a 70mila, rendo l'idea? 

I positivi sono 319 nelle ultime 24 ore  (2.96% incidenza). Ad oggi ci sono 13.086 positivi, il numero dal 21 febbraio 2020 è di 454.220. I ricoverati poitivi sono 278 (+13), 223 in area non critica (+9) e 55 in terapia intesiva (+4). Nessun decesso, il totale resta fermo a 11.683. I dati dicono insomma che non ne siamo fuori.

Nelle terapie intensive l'80.4% dei pazienti non è vaccinato e per i giovani restano rischi. Una conferma purtroppo è arrivata sabato da Vicenza dove è stata ricoverata una donna incinta del 1989 in Pneumologia, si è poi aggravata e da ieri è in terapia intensiva, vi dico che non è vaccinata. Fate voi le considerazioni del caso, ma non va scatenata una guerra fra poveri con i No Vax. Si deve avere consapevolezza che si va verso una terza dose di vaccino».

VACCINATI
Si avvicina al 70%, (69,5) la fetta di popolazione in Veneto che ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid, mentre è pari al 60, 7% quella che ha già completato il ciclo di immunizzazione. Si tratta, rispettivamente, di una platea di 3.372.750 persone, e 2.945.929 per quanto riguarda i soggetti già vaccinati con due dosi. Nella giornata di ieri, domenica 29, sono state  13.389 le dosi somministrate, per un totale dall'inizio della campagna vaccinale di 6.221.309, pari all'89,9% delle dosi che sono state fornite al Veneto.

LA PARTORIENTE
«Sono due le donne in rianimazione Covid a Vicenza: la prima, 50 anni, non vaccinata per scelta personale, è intubata già da 3 settimane e comincia a mostrare qualche segno di ripresa. La seconda paziente in rianimazione è una 32enne che ha appena partorito con il taglio cesareo una bambina all’ottavo mese di gestazione. Ha il Covid. E non era vaccinata. Il contagio da variante Delta è avvenuto in famiglia perché pure il marito e un’altra figlia sono positivi. Era stata ricoverata sabato in pneumologia per insufficienza respiratoria. Ieri è peggiorata e, allora, i medici del team diretto da Giuseppe Idotta, hanno deciso per prudenza, vista la gravidanza ormai avanzata, di trasferirla in sala-parto, dove ha dato alla luce una piccola che per fortuna sta bene. Le sue condizioni sono stazionarie». 

SCUOLA
«Per noi l'apertura delle scuole è la madre tutte battaglie. Il d-day è il 13 settembre, la sfida è far andare i ragazzi a scuola, senza quartiere» ha affermato tra l'altro il presidente del Veneto Luca Zaia. «Abbiamo irrobustito  il progetto delle 'scuole sentinella', e il generale Figliuolo mi ha riferito che che questo progetto si mutua a livello nazionale. Come regione abbiamo ordinanto un milione di tamponi salivari e le microbiologie sono in rete; abbiamo speranze che la fornitura a tutte regioni arrivi poi direttamente dalla struttura commissariale. Le vaccinazioni dei giovani stanno andando bene, mediamente abbiamo 4.000 prenotazioni al giorno, poi c'è il grande tema degli insegnanti, che dovremo affrontare a livello nazionale».

ASSESSORE LANZARIN
«Restano alcuni focolai - ha spiegato Manuela Lanzarin, l'assessore regionale alla Salute -  soprattutto nelle case di riposo, ma tutte le situazioni sono ad oggi sotto controllo. Ad esempio a  Cartigliano (Vi) dove ci sono 19 ospiti e 5 operatori positivi, ma nessuno con sintomi gravi, oppure a Mezzane (Verona) dove i positivi sono 19».

IL CASO PADOVA 
La direttrice di Malattie Infettive dell'Ospedale Civile di Padova, dott.ssa Annamaria Cattelan, ha delineato il quadro dei ricoveri nel grande ospedale della Città del Santo: «Il trend dei ricoveri è in preoccupante e continua  crescita: dai 14 di giugno si è passati a 35 di luglio e siamo già a 48 in agosto. Gli ultimi due stanotte, giovani: un 28enne e un 32enne. Significa che il virus colpisce soprattutto i giovani e ovviamente i non vaccinati. Abbiano ricoverate anche due donne gravide. Ci sono poi stranieri, alcuni tornati in bus dall'estero, cosa che prefigura un focolaio: stiamo verificando. Sui 29 posti letto totali del nostro reparto ben 16 sono occupati da pazienti Covid, riducendo quindi i posti per gli altri pazienti e l'operatività extra Covid del reparto».

LA DIRETTA 

TERZA DOSE
Credo sia inevitabile andare alla terza dose di vaccino, ovviamente dovrà esprimersi la comunità scientifica, ma è immaginabile che si dovrà fare la terza dose, come peraltro stanno già facendo Israele, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e anche la Francia. Ciò significherà tenere aperti i nostri centri vaccinali e tenere impegnate su questo fronte 1500 persone». E  il governatore ha poi detto: «Mi auguro che la decisione ci sia comunicata per tempo, perché dobbiamo organizzarci. In ogni caso, dobbiamo mettere in sicurezza i nostri 36 mila anziani ospiti delle Rsa e altrettanti operatori, così come il personale sanitario che è stato vaccinato con la prima dose ormai 7/8 mesi fa».

IL GREEN PASS

«Sul Green pass - aveva rilevato  Zaia nel punto stampa della scorsa settimana  - le decisioni sono governative dettate da linee guida del Cts e dell'Iss. È inevitabie che questa forma di certificazione ci accompagnerà ancora. Siamo passati dalla modalità francese, con obbligo stretto, ad una "sartoriale" italiana - ha aggiunto - dove si è deciso che per alcune forme di vita di comunità ci voglia il Green pass. È chiaro che se si vede la questione dalla parte di chi non ce l'ha con la necesità del tampone diventa problematica, ma se spostiamo l'osservatorio e guardiamo l'80% delle persone vaccinate queste dicono "io mi sono tutelato, ho fatto anche un sacrificio non capisco perché devo essere io a doverci rimettere?". Il problema c'è, io spero che si venga fuori da questa partita del Covid senza che ci sia una società spaccata a metà»

IL SERVIZIO DI FARMACO SORVGLIANZA

La dottoressa Francesca Russo, alla guida il Dipartimento di Prevenzione del Veneto, ha spiegato il servizio di farmaco-sorveglianza a Verona. A fianco del servizio c'è Canale Verde, sempre a Verona, che riceve e valuta le segnalazioni post vaccino (malesseri e dolori). I due servizi valutano la completezza delle informazioni che arrivano (chiamano anche le persone interessate che lamentano dolori) e insieme valutano nello specifico la situazione della persona. In ogni azienda poi è possibile fare il vaccino in ambiente protetto, è un servizio che abbiamo istituito, nel caso in cui ci potessero essere reazioni allergiche.

LE REAZIONI AVVERSE

«Su 6 milioni di dosi somministrate sono state 15mila le reazioni al vaccino, ma solo un 12% è stato classificato come grave. Le reazioni più frequenti sono febbre, stanchezza, dolori muscolari o articolari, che non sono considerati gravi. Le reazioni gravi sono quelle che necessitano di ricovero ospedaliero. In 4900 hanno segnalato febbre bassa, 4500 cefalea, 3300 dolori muscolari. I casi di febbre alta sono stati 1900, sempre su 6 milioni i vaccini, a seguire perdita di coscienza, casi di dissenteria e trombosi (180), poche reazioni di tipo allergico».

GLI EFFETTI NEL CUORE DELLO SPORTIVO

Il dottor Sarto ha parlato della reazione del cuore al covid. «I nostri ragazzi sono stati destabilizzati da questo lockdown con sintomi depressivi, disturbi alimentari, aumento dei tentati suicidi - ha detto Sarto - questo contesto va considerato nelle eventuali patologie. In base alle casistiche il virus può colpire il cuore dall'1 al 3%. Il covid può generare un'infiammazione del muscolo, che può portare ad aritmie come al trapianto. Ci sono poi moltissimi casi di infezione del cuore che passano in maniera asintomatica ed emerge solo con la prova sotto sforzo. La miocardite nel mondo dello sport va dall'1 al 3%, come detto. La vaccinazione può determinarla, quindi, ed è la seconda dose la maggiormante responsabile di questa complicanza ed è più frequente nei maschi che nelle femmine. Si manifesta entro i 4 giorni. Il messaggio che mi sento di dare è di ridurre l'allenamento nei 2/3 giorni dal vaccino. Di fronte, invece, a palpitazioni bisogna rivolgersi al proprio medico, ma stiamo discutendo di dati molto bassi. Questa infezione ci ha insegnato che quello che è vero oggi potrebbe non essere più vero tra un mese».

Ultimo aggiornamento: 16:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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