Zaia in diretta oggi: sci chiuso, pagare anche i danni. Acquisto vaccini, abbiamo proposte per 12 e 15 milioni di dosi. In Veneto crollo dell'epidemia

Lunedì 15 Febbraio 2021 di Paolo Francesconi
Il governatore Zaia in diretta oggi
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Il governatore del Veneto, Luca Zaia, in diretta oggi, 15 febbraio, dalla sede della Protezione civile del Veneto di Marghera per un aggiornamento sull'emergenza Coronavirus nel giorno in cui in Veneto è partita la campagna di vaccinazione per gli over 80.  In relazione alla chiusura degli impianti e delle piste da sci disposta ieri sera dal ministro Speranza fino al 5 marzo, il governatore chiede che ai gestori degli impianti vengano risarciti i danni, non solo pagati i ristori. All'incontro sono presenti l'assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin e il direttore generale della Sanità regionale, Luciano Flor. Vaccinazioni: il Veneto ha la disponibilità di 200.000 dosi Pfizer e 100.000 Astrazeneca fino alla prima settimana di marzo. La fase 1 (personale sanitario ecc) non si è ancora conclusa per mancanza di vaccini.

Bollettino: 241 nuovi positivi e 11 morti nelle ultime 24 ore. 91 i ricoverati nelle terapie intensive, 11 morti nelle ultime 24 ore.

Piste da sci chiuse: pagare i danni

«Imbarazzante vedere un'ordinanza (il provvedimento di ieri sera del ministro Speranza) che blocca le piste da sci 4 ore prima. Solo 4 ore prima. Questa ordinanza poteva essere fatta prima. La storia delle 4 ore non sta in piedi. E' un pessimo incidente di percorso, ci vuole un cambio di passo totale rispetto al governo di prima. Grave oltretutto che qui parlino tutti, ci vuole una voce unica. Dagli scienziati, anche autorevoli, si sente continuamente parlare di lockdown, ma su quali basi? Sanno cose che noi non sappiamo? Non ho capito quali siano i presupposti scientifici.

Devono darci informazioni scientifiche. Quando si apre la bocca c'è una responsabilità che non è irrilevante. Se continuano così finirà che qualcuno il lockdown alla fine lo farà»

«La mia ordinanza di sabato scorso prevedeva l'apertura delle piste da sci da mercoledì 17 febbraio proprio per saltare, d'accordo con gli operatori, il Carnevale. Gli operatori si sono sempre dimostrati responsabili. Per loro questa è una stagione persa, anzi una e mezza perchè da marzo scorso in pratica non hanno più riaperto. Eppure hanno battuto le piste da sci, si sono organizzati, i gestori di rifugi hanno i magazzini pieni di cibo, gli albergatori hanno raccolto prenotazioni, tenuto il riscaldamento acceso. Qui devono pagare i danni non è solo una questione di ristori per i mancati incassi. Ci sono costi sostenuti per la riapertura mancata che vanno considerati». Al riguardo, ha aggiunto Zaia, sembra che il provvedimento sia accompagnato da una misura di 400 milioni. 

«Riaprire gli impianti da sci il 5 marzo? Una beffa, come se al mare concedessero di partire il 5 settembre»

Contraccolpi su aziende e stagionali

«Sono preoccupato perchè molte delle aziende della montagna in crisi non riapriranno più. E gli stagionali, come li ristori? Non rientrano in nessun monitoraggio o salvaguardia eppure ci sono. Ci sono forme di compensazione che sfuggono».

Varianti e lockdown

«Quella inglese pesa in Veneto per il 17-18%. Sento parlare tanto di lockdown, esperti che pontificano, dibattiti, opinioni in libertà: chiedo, chi ne parla ha informazioni che noi non sappiamo? Facile parlare da scienziati, non rischiano nulla, non hanno nessuna responsabilità giuridica rispetto alle affermazioni che fanno. Tanto per loro, male che vada, nessuno si ricorda che l'hai detto, bene che vada fai un figurone. Ormai l'hanno capito tutti che funziona così sul piano della comunicazione».

«L'infezione di novembre e dicembre in Veneto non è stata quella classica da Covid, non ha avuto quell'andamento. Oggi il Veneto è la regione messa meglio, da 3.400 pazienti ricoverati siamo scesi a poco più di 1.500 in 40 giorni. E siamo passati da 401 ricoverati positivi in terapia intensiva a meno di 100 (91) oggi. Non so cosa succederà, magari tra 20 giorni la situazione sarà nuovamente diversa. Ma ho la sensazione che con l'onda di novembre-dicembre abbiamo toccato il picco. Di fatto, oggi c'è in Veneto un crollo dell'epidemia, non facilmente spiegabile. In Italia ci sono regioni dove invece è in corso una forte ripresa dei contagi».

Acquisto vaccini: ci sono offerte per 12 e 15 milioni di dosi

«Abbiamo ricevuto offerte contrattuali tramite intermediari per vaccini autorizzati dall'Ema. Non parliamo di Sputnik o altro, solo i vaccini autorizzati Ema: Pfizer, Moderna, Astrazeneca. L'ambito delle trattative è questo. Abbiamo scoperto la disponibilità di un lotto di 12 milioni di vaccini e di un altro lotto di 15 milioni. Il Veneto ha 5 milioni di abitanti.

Rischi di guerra tra Regioni? Se è una colpa anche interessarsi di vaccini su canali ufficiali...più trasparenti di così. Non c'è nessun mercato nero. E non esiste un problema di aumento dei costi. Il dottor Luciano Flor, direttore generale della sanità veneta, ha incontrato i mediatori, io non ho incontrato nessuno. Sappiate che tutti comprano vaccini. Come mai Israele ha vaccinato tutti? Come mai in Gran Bretagna non c'è un problema di vaccini? Il mondo è più grande dell'Europa. Non credo che le aziende stiano vendendo solo gli Stati membri. Ora il Veneto scriverà al commissario Arcuri, la lettera è pronta: se arriva l'ok, il Veneto è pronto a comprare diversi milioni di vaccini. In realtà abbiamo scoperto un canale di vendita di cui possono beneficiare anche altri in Italia, abbiamo scoperto che ci sono milioni di dosi disponibili. Come per mascherine, siringhe ecc c'è sempre stata una mutualità tra Regioni. A noi 12 milioni di vaccini non servono».

La polemica con Crisanti

«Crisanti dice che è immorale comprare l'acquisto di vaccini in autonomia da parte delle Regioni? Ho letto. Allora è stato immorale anche comprare con intermediari anche i ventilatori, anche una macchina per il prof. Crisanti quando i veneti non avevano tamponi disponibili».

Acquisto vaccini: il punto del Dg Flor

«Il punto di partenza è che oggi non ne abbiamo. Tutte le dosi disponibili ci servono per i richiami. Non abbiamo comunicazioni dalla Sanità di maggiori disponibilità di vaccini per il prossimo mese. Per questa ragione ci siamo mossi nei giorni scorsi. Ci sono arrivate delle offerte: il 3 febbraio ci siamo chiesti: possiamo come Regione occuparci di vaccini, possiamo fare un approfondimento? Per questo abbiamo fatto domanda ad Aifa. A chi ci ha fatto l'offerta abbiamo chiesto: che vaccini avete? Vogliamo saperne di più, costi, tempi, quantità, modalità di verifica, modalità di consegna ecc. Tra l'altro, da questi enti che si sono offerti da intermediari avevamo in precedenza acquistato mascherine. Rispetto a venerdì scorso, Aifa dice che l'autorizzazione a negoziare spetta al commisario del governo e non a noi. Questo è quanto. Dov'è l'immoralità? Me lo dite, dov'è? L'alternativa è non fare nulla. La nostra "colpa" è rendere pubblico ciò che stiamo facendo senza tenere nascosto nulla. Ci sono soltanto alcuni dettagli che restano coperti per un patto di riservatezza fatto con questi intermediari, per altro del tutto normale in questo tipo di situazioni».

Scuole

«La nostra indicazione è proseguire con l'apertura al 50% fino al 5 marzo, data di scadenza del Dpcm».

Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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