Febbre del Nilo, il Veneto la regione più colpita d'Italia: 4 decessi in due settimane (ma per 2 avviati nuovi test)

Giovedì 21 Luglio 2022 di Redazione Web
Febbre del Nilo, il Veneto la regione più colpita d'Italia: 4 decessi in due settimane (ma per 2 avviati nuovi test)

Da inizio giugno fino al 19 luglio in Italia, sono stati confermati 15 casi di infezione da West Nile: 4 i decessi, di cui 2 in Veneto (altri 2 in accertamento), 1 in Piemonte ed Emilia-Romagna. Sono inoltre ancora in corso di conferma 3 casi in Veneto. Lo riporta il nuovo bollettino settimanale della sorveglianza del West Nile, pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità, che precisa come «al momento di un numero dei casi è leggermente più alto, ma comunque confrontabile a quelli registrati negli altri anni non epidemici, e lontano dai valori del 2018».

Dei 15 casi confermati, 9 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (3 in Veneto e 2 in Piemonte), 5 casi identificati in donatori di sangue (2 in Lombardia, 3 in Veneto) e 1 caso sintomatico ( Veneto).

Altri due segnalati oggi, 21 luglio, nel Padovano: sono casi di encefalite che hanno colpito una donna, classe 1956, ricoverata in Neurologia all'ospedale di Piove di Sacco e un uomo, di 49 anni, ricoverato sempre in Neurologia a Schiavonia, entrambi residenti zona provincia Padova Sud. Inoltre due casi di positività non ricoverati (stanno bene).  

La febbre del Nilo quindi inizia a fare davvero paura. I morti in Veneto a causa del West Nile sono saliti a quattro anche se gli ultimi due attendono la conferma ufficiale: due in provincia di Padova, altri due a Treviso. E i casi di contagio si stanno allargando. Tanto che l'Ulss 2 della Marca ha già inviato una lettera a tutti i sindaci dei Comuni trevigiani per chiedere di rafforzare le misure di prevenzione, informando anche i primi cittadini dei casi sospetti nei loro territori. La situazione è delicata, anche perché il proliferare delle zanzare in questi giorni di gran caldo rende tutto più difficile. A cominciare dal monitoraggio dei possibili focolai.

I DECEDUTI
Ieri, all'ospedale di Schiavonia (Padova), è deceduto un 77enne di Legnaro. Già affetto da altre patologie, era stato ricoverato al Madre Teresa di Calcutta da venerdì scorso dopo aver mostrato i tipici sintomi dell'encefalite: febbre alta, cefalea, tremori, intorpidimento e perdita della vista. L'anziano è stato subito preso in carico dai medici ma le cure non sono state sufficienti a fargli superare la grave infiammazione al cervello originata dal virus.

Il 16 luglio scorso, invece, al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica di Treviso (Sisp) era giunta la segnalazione relativa al decesso di un anziano di 87 anni residente a Salgareda, anch'egli con patologie pregresse e con i sintomi di un'encefalite da West Nile. Il giorno prima, il 15 luglio, i casi registrati in Veneto erano stati tre, con i primi due decessi.

Non ce l'hanno fatta un 83enne di Piove di Sacco che tre giorni prima era arrivato al pronto soccorso dell'ospedale della Saccisica. Immediatamente ricoverato, era stato inviato al reparto di Geriatria e sottoposto ai prelievi di sangue e liquido cerebrospinale oltre che agli accertamenti diagnostici che hanno permesso di riscontrare la positività al West Nile virus.

Qualche ora più tardi il Sisp di Treviso aveva ricevuto la notifica di un altro decesso, causato da probabile di arbovirosi da febbre del Nilo, di un 73enne di Ponzano Veneto morto «in seguito a malattia neuroinvasiva», specificano dall'Ulss 2. I test di conferma sono stati inviati a Padova.

Sempre il 15 luglio è stato comunicato un altro caso sospetto riguardante un 72enne residente a Cessalto, anche lui affetto da altre patologie concomitanti. L'uomo se l'è cavata: è già stato dimesso dall'ospedale Ca' Foncello ed è in buone condizioni di salute.

L'ALLARME
Se al momento a Treviso non si registrano altri contagi, a Padova risultano invece ricoverati un 62enne intubato a Piove di Sacco, un 73enne di Teolo assistito in reparto a Schiavonia e un 72enne di Anguillara da lunedì nella terapia intensiva neurochirurgica di via Giustiniani. Oltre a questi, ci sono altri due pazienti sospetti, ancora sotto investigazione: uno dell'Ulss 6 e l'altro dell'Azienda ospedaliera. La malattia si manifesta anche nel mondo animale. Due i casi di West Nile tra gli equini della Bassa: un cavallo è in via di guarigione mentre l'altro ha un interessamento neurologico importante. «Se consideriamo i tempi di incubazione, che arrivano anche fino a 20 giorni, e il fatto che meno dell'1% delle persone infette manifesta encefalite - afferma Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 6 Euganea - ci fa capire di essere davanti solo alla punta dell'iceberg».

E l'Ulss 2 della Marca corre già ai ripari, scrivendo ai sindaci: «Al fine ridurre il rischio di focolai si raccomanda a tutta la cittadinanza di non abbandonare oggetti e contenitori di qualsiasi natura dove possa raccogliersi l'acqua piovana e di svuotare giornalmente qualsiasi contenitore di uso comune con presenza di acqua. Inoltre, condomini e proprietari di edifici dovranno trattare in forma preventiva e periodica le caditoie ed i tombini presenti in giardini, cortili e aree esterne di pertinenza degli edifici, con idoneo prodotto larvicida in compressa (è escluso l'utilizzo di adulticidi). I trattamenti andranno annotati in un apposito registro da esibire su richiesta degli incaricati alla vigilanza sull'osservanza delle disposizioni».
 

Ultimo aggiornamento: 15:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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