Virus e treni in Veneto: distanziati sulle Frecce e Italo ma tutti affiancati sui regionali

Lunedì 3 Agosto 2020 di Alda Vanzan
Virus e treni in Veneto: distanziati sulle Frecce e Italo ma tutti affiancati sui regionali
Sulle Frecce e su Italo, i cosiddetti treni a mercato si viaggia distanziati, una poltrona sì e un'altra no. Sui treni regionali, invece, tutte le sedie e poltrone possono essere occupate a patto di pulirsi le mani con il gel disinfettante e, soprattutto, di coprirsi naso e bocca con la mascherine. Caos? Anche sì. Perché per i pendolari la differenza tra treno veloce (le Frecce) e treno lento (i regionali) non è poi così chiara: sempre un treno è. E, allora, perché da una parte è sufficiente la mascherina per viaggiare a capienza piena e dall'altra no? Il risultato è che ieri, a migliaia, convinti di salire su treni ad alta velocità, sono rimasti a terra.

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IL MINISTRO
L'ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, del 1° agosto e in vigore fino a Ferragosto, conferma le precedenti misure di contenimento e gestione dell'emergenza sanitaria. Ossia: distanziamento sociale e mascherine. «È giusto - ha detto il ministro Speranza - che sui treni restino in vigore le regole di sicurezza applicate finora. Non possiamo permetterci di abbassare il livello di attenzione e cautela. Per questo ho firmato un'ordinanza che ribadisce che in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico, compresi i mezzi di trasporto, è e resta obbligatorio sia il distanziamento di almeno un metro che l'obbligo delle mascherine. Il Dpcm del 14 luglio, però, allineava il trasporto ferroviario a quello aereo e, quindi, dal 1° agosto si sarebbe potuto viaggiare a capienza piena sui treni a lunga percorrenza. Ma dopo la posizione espressa dal Comitato tecnico scientifico, il Governo ha puntualizzato: non tutte le poltrone possono essere occupate. E i passeggeri che avevano prenotato i biglietti confidando nella disponibilità dei posti? Chi ce la fa a bordo, gli altri a terra.

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SUI TERRITORI
L'aspetto singolare della vicenda è che il Tpl, il trasporto pubblico locale, non conosce limitazioni di sorta: treni, pullman, tram, vaporetti, su tutti questi mezzi si continua a viaggiare a capienza piena, tutte le poltrone e le seggiole occupabili, le uniche regole sono la mascherina e la disinfezione delle mani. Funziona così in Veneto, in Lombardia, anche in Liguria. In Veneto il governatore Luca Zaia venerdì scorso - quindi prima della decisione del ministro Speranza - ha prorogato fino al 15 ottobre l'ordinanza numero 63 del 26 giugno che riguarda tra l'altro il trasporto pubblico locale di linea ferroviario, automobilistico, lacuale, lagunare, costiero e che prevede la capienza piena: È consentita l'occupazione del 100% dei posti complessivi, sia seduti che in piedi, per i quali il mezzo è omologato, in deroga all'obbligo di distanziamento interpersonale di almeno 1 metro e al coefficiente di riempimento dei mezzi fissato dal DPCM 11.06.2020.

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Come il Veneto, anche la Lombardia: «I cittadini - ha detto l'assessore regionale Claudia Maria Terzi - hanno bisogno di certezze e non di assistere a liti tra ministri che generano norme contraddittorie. Le decisioni assunte dalla Regione Lombardia sono in linea con i risultati dei dati sanitari lombardi delle ultime settimane. E sono in linea con quanto stabilito dalle Regioni confinanti, che ben prima della Lombardia hanno consentito l'aumento della capienza dei mezzi pubblici. Sorprende, quindi, che le forze di Governo contestino la nostra ordinanza ma non abbiano fatto altrettanto, a suo tempo, verso gli analoghi provvedimenti delle altre Regioni del Nord».

La decisione di far viaggiare i mezzi del Tpl a regime pieno è anche in vista della riapertura delle scuole: «La ratio - aveva spiegato il governatore del Veneto Luca Zaia - è che se in fabbrica si può stare al lavoro con la mascherina, lo stesso deve valere in treno e sui bus». Anche perché non c'è la possibilità di raddoppiare i pullman o i vaporetti per rispondere alla domanda degli utenti.

Tutto a posto? Mica tanto: il segretario nazionale della Filt Cgil Stefano Malorgio ieri ha fatto notare che il virus «non muta in base alle regioni e ci vorrebbe un indirizzo nazionale».
Ultimo aggiornamento: 10:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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