Veneto Strade, la Regione indaga
su 10 anni di lavori e "buchi"

Martedì 7 Febbraio 2017
Silvano Vernizzi a capo di Veneto Strade
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VENEZIA - Dieci anni di opere eseguite da Veneto Strade all'esame della Regione. Opera per opera, capitolo di spesa per capitolo di spesa, residuo per residuo. Tutto ai raggi X. Palazzo Balbi, attraverso la segreteria regionale alla Programmazione di Ilaria Bramezza, sta passando al setaccio tutti gli interventi della società allo scopo di accertare se avevano, o meno, la copertura economica. Da quanto trapela da Palazzo Balbi, pare che alcuni interventi non avessero la copertura economica, il che significa che ci sarebbe un disavanzo. Di quanto, è da vedere.
AI RAGGI X - Veneto Strade - partecipata al 30% dalla Regione, dal 50% dalle Province e dal rimanente 20% da quattro società autostradali - poteva realizzare strade e infrastrutture approvate senza soldi. Silvano Vernizzi, direttore generale e amministratore delegato di Veneto Strade, conferma: «È la legge istituiva della società (la numero 29 del 2001) che consente di mettere a gara le opere del Piano triennale approvato dal consiglio regionale anche se non c'è la copertura finanziaria. Ma questa è una eventualità che non si è mai verificata, tranne che per Col Cavalier: per quel tunnel a Belluno, che doveva essere finanziato in parte con fondi regionali e in parte statali, ci sono stati tre anni di gare per il mutuo che sono andate tutte deserte. Veneto Strade ha anticipato con le banche i soldi. La Regione ha dato una parte di soldi per cassa, il resto lo deve ancora dare. È l'unica opera che ha una scopertura, un disavanzo che è della Regione perché non ha fatto il mutuo. Avanziamo circa 20 milioni su 60 dalla Regione». E dell'accertamento da parte di Palazzo Balbi su tutte le opere degli ultimi dieci anni, cosa dice? «Non mi risulta. Se la Regione facesse una cosa del genere ci avrebbe chiesto gli atti».
MANIFESTAZIONE - Oggi, intanto, davanti alla sede di Veneto Strade, a Mestre, ci sarà una manifestazione dei lavoratori proprio durante la riunione del consiglio di amministrazione. «È iniziato il conto alla rovescia, restano 20 giorni per evitare il disastro», sostengono i sindacati. Con la fine di febbraio - dicono Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti - si esauriscono le risorse di cui dispone l'azienda con il rischio, più che concreto, di sospensione di tutte le attività di manutenzione della rete viaria regionale e di mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori. Preoccupati i circa 300 dipendenti della società, due terzi dei quali operanti in provincia di Belluno. «Il Governo - dicono i lavoratori - deve stanziare immediatamente le risorse strutturali necessarie alla viabilità», mentre le Province sono invitate a «convocare incontri con le parti sociali per un progetto condiviso a salvaguardia dei posti di lavoro e della sicurezza e mobilità dei cittadini».
IL FUTURO - Sul futuro di Veneto Strade, la volontà della Regione è di acquisire il 100% - o comunque non sotto il 71% - delle quote: ai soci è stata inviata una lettera in vista dell'assemblea del 24 febbraio. In attesa delle risposte (ma alcuni soci avrebbero già detto sì) la Regione ha deciso di commissionare una perizia di stima sul valore della società, posto che sarebbe indebitata per circa 80 milioni con le banche e ci sarebbe il credito da quantificare con la stessa Regione, mentre la sede di Mestre potrebbe essere venduta. In alternativa, la Regione venderebbe tutte le proprie quote e creerebbe una nuova società, una Veneto Strade Due, per gestire solo le strade regionali.
VIA DEL MARE ARCHIVIATA - In tema di infrastrutture, da registrare che il gip di Venezia ha archiviato il procedimento relativo all'Autostrada del Mare: i dirigenti regionali Silvano Vernizzi, Stefano Angelini, Paola Noemi Furlanis, Adriano Rasi Caldogno e Antonio Strusi erano stati imputati per turbativa d'asta. Per tutti, ora, l'archiviazione.
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