Il Veneto stanzia 5 milioni di euro per gli immigrati, ma solo quelli regolari

Mercoledì 17 Luglio 2019
Il Veneto stanzia 5 milioni di euro per gli immigrati, ma solo quelli regolari
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Ai dem sono strabuzzati gli occhi, nel leggere in aula la relazione leghista: «I migranti rappresentano una risorsa preziosa...». Per la verità la frase continuava con una significativa aggiunta («...per lo sviluppo del proprio Paese di origine»), ma tant'è, in una giornata di rara concordia, ieri l'assemblea legislativa del Veneto ha approvato quasi all'unanimità il Piano triennale di massima 2019-2021 di iniziative ed interventi nel settore dell'immigrazione. In sostanza si tratta di un programma che, tra fondi regionali, statali ed europei, prevede di utilizzare 5 milioni di euro per sostenere le iniziative destinate ai cittadini stranieri («Ma solo a quelli regolari», ha precisato l'assessore zaiana Manuela Lanzarin), come formazione linguistica, educazione civica, inserimento scolastico, orientamento al lavoro, promozione dell'accesso ai servizi, prevenzione e contrasto alle discriminazioni su base etnica o razziale, supporto per l'integrazione dei soggetti deboli, incentivazione del rientro volontario assistito, ricerca e analisi del fenomeno migratorio.
 
IL VOTOIl risultato del voto parla chiaro: nessun contrario, un solo astenuto, tutti gli altri favorevoli. Così del resto era stato anche al termine dell'istruttoria nella commissione Cultura presieduta da Alberto Villanova (Zaia Presidente), trevigiano di Pieve di Soligo, paese finito sotto i riflettori nei giorni scorsi per il caso dell'imam accusato di picchiare i bambini. «Prendendo spunto da quanto accaduto nel mio territorio ha detto sottolineo come sia fondamentale che chi vuole integrarsi e vivere in Italia conosca e rispetti le nostre leggi e costumi e per questo è importante la programmazione regionale in materia di immigrazione. I veneti non sono razzisti, storicamente hanno sempre accolto gli stranieri, ma solo quelli che hanno voluto veramente integrarsi e costruirsi un futuro nel nostro territorio. L'integrazione passa per la scuola ed è quindi naturale che prevediamo percorsi formativi per i figli degli immigrati. Ma è fondamentale il rispetto delle regole, su questo non deroghiamo né abbiamo cambiato idea».
LA DISCUSSIONEL'accusa di incoerenza è però arrivata dai banchi dell'opposizione, visibilmente meravigliata di poter votare a favore del provvedimento. «Il Governo veneto elabora progetti di integrazione ma non prende politicamente le distanze da un clima di intolleranza diffusa che non fa differenza tra chi vuole integrarsi e chi no», ha dichiarato Erika Baldin (Movimento 5 Stelle). Stupore anche dal centrodestra allargato, come la Forza Italia (tendenza Area Popolare) di Marino Zorzato: «Non posso non cogliere la contraddizione in atto, almeno rispetto a quanto dichiarato in precedenza da alcune forze politiche. Evidentemente qualcosa è cambiato e qualcuno ha cambiato idea, per esempio in ordine all'accoglienza diffusa». Un assist imperdibile per Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina Guarda (Civica Veneto), alla luce delle indiscrezioni sulla possibile redistribuzione anche in Veneto dei richiedenti asilo finora ospitati in Friuli Venezia Giulia: «Fermo restando che noi siamo per accogliere sempre e comunque chi si trova in difficoltà, ci chiediamo il perché di questo cambio di rotta. Altro che zero migranti: per una questione di trasparenza, vorremmo sapere quanti e dove saranno collocati». L'assessore Lanzarin ha escluso accordi in tal senso: «Il nostro Piano si rivolge solo a chi vive e lavora in Veneto in modo regolare, non ai presunti profughi». Circa 500.000 cittadini, ha evidenziato Claudio Sinigaglia (Partito Democratico): «Il Fondo sanitario regionale è di 9 miliardi, i residenti stranieri pesano un po' meno del 10%, ma almeno 800 milioni di euro sono collegati alla loro residenza. Sicuramente la spesa sanitaria a loro carico, proprio perché proporzionale all'età, è minore rispetto al beneficio che invece ne traggono gli italiani over 65».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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