Nel Veneto arancione scuole sorvegliate speciali. E rischiano la chiusura

Lunedì 8 Marzo 2021 di Alda Vanzan
Nel Veneto arancione scuole sorvegliate speciali. E rischiano la chiusura

Arancioni.

E dunque “reclusi”, impossibilitati a uscire dal proprio Comune se non per motivi di lavoro, salute, necessità. Senza più ristoranti né bar, perché qualsiasi consumazione ora sarà solo per asporto. Vado nel locale, ordino, porto via. Ecco il Veneto in tempo di coronavirus, in quella che ancora non si sa se è la seconda o la terza ondata della pandemia, ma il conteggio poco cambia: da oggi, e per almeno due settimane, sarà così. Arancioni, con il coprifuoco, i locali pubblici chiusi, l’autocertificazione in tasca. E potrebbe peggiorare: il governatore del Veneto Luca Zaia sta valutando quali scuole chiudere, anche alla luce di un documento riservato dell’Istituto superiore della sanità (Iss) che prospetta un Rt, cioè l’indice di trasmissione del contagio, a 1.30. Per intenderci: sopra l’1.25 si diventa rossi, che non è il lockdown, ma poco ci manca.


IL DOCUMENTO
A rivelare l’esistenza del documento riservato dell’Iss è stato, venerdì scorso, il governatore Luca Zaia. Dopodiché è spettato alla direttrice del Dipartimento Prevenzione, Francesca Russo, spiegare in diretta tv e social, di cosa si tratta. Il nuovo Rt si chiama “Rt augmented”, la sigla è “RTs”, ma non ha alcun valore nella determinazione del “colore”. Trattasi di un algoritmo che individua lo scenario e che, come, tutti gli algoritmi, è suscettibile di cambiamenti. Tant’è, i tecnici dell’Iss prevedono per il Veneto un peggioramento della situazione: ci si contagerà di più, ci saranno più infetti, il virus circolerà in maniera più consistente. Nel documento trasmesso a Palazzo Balbi è specificato in grassetto che questo nuovo “Rts” non servirà a catalogare la regione nell’Italia a colori, ma dà comunque una indicazione. Ed è una indicazione che dice: aspettatevi un peggioramento. Un dato che potrà servire al presidente della Regione nella elaborazione di provvedimenti con ulteriori restrizioni. C’è da capire, infatti, se le scuole saranno chiuse. Il primo Dpcm dell’èra Draghi, infatti, prevede la chiusura automatica delle scuole nelle zone rosse. Per quanto riguarda le zone gialle e (come sarà da oggi il Veneto) arancioni, dice invece che “i presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica” in due casi: 1) “nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti”; 2) nelle zone in cui vi siano più d 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni”.
In Friuli Venezia Giulia, comunque, il governatore Massimiliano Fedriga ha già deciso la chiusura da oggi di medie e superiori. In Veneto, invece, è stato disposto un monitoraggio locale, giusto per capire dove, in rapporto percentuale, viene superato il limite fissato dalla cabina di regia romana. E giusto questa settimana, anche alla luce dello scenario di peggioramento prospettato dall’Iss, si saprà quali e quanti scuole saranno eventualmente chiuse con il passaggio alla didattica a distanza. Ma la situazione sta davvero peggiorando? Stando ai dati ufficiali, sì.


I DATI
Premesso che i bollettini del sabato e della domenica sono spesso parziali - o perché i dati non vengono caricati perché nel fine settimana ci sono meno ricoveri - il report di ieri sera dà i seguenti dati: nelle ultime ventiquattr’ore ci sono stati 1.067 contagi che hanno portato il totale dei positivi dall’inizio della pandemia a 342.933. I morti nell’ultima giornata sono stati 14, per un totale dall’inizio dell’emergenza sanitaria di 9.972 vittime. E mentre tra venerdì e sabato i dati dei ricoveri ospedalieri avevano registrato un generalizzato calo, nelle ultime ventiquattr’ore i pazienti sono ripresi a salire: nelle aree non gravi adesso i pazienti sono 1.228 (+27), mentre nelle terapie intensive sono in tutto 158 (+6). Giusto per fare un raffronto, a fine febbraio i ricoverati in rianimazione erano scesi a circa 130. Adesso è ripresa la salita. Lenta, ma continua.
Cosa ci aspetta? Zaia ha rinviato a questa settimana gli eventuali provvedimenti sulla scuola. Ma potrebbe esserci un dietrofront anche sul fronte delle prestazioni ospedalieri: dopo aver ripreso le visite e gli esami specialistici, ci si aspetta un altro stop. Anche perché in base all’ultima disposizione del direttore generale della Sanità veneta, tutto il personale possibile delle Ulss e delle Aziende ospedaliere dovrà essere impiegato nella vaccinazione anti-Covid. Tanto più se non si dovesse raggiungere l’accordo con i medici di base.

Ultimo aggiornamento: 13:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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