VENEZIA - Nel mese di novembre, per effetto degli andamenti stagionali, chiudono con segno meno l'agricoltura (-1.700) e i servizi turistici (-3.200).
A livello territoriale, tutte le province mostrano nell'ultimo mese un sensibile calo delle assunzioni rispetto allo scorso anno: Venezia (-16%) insieme a Rovigo (-11%) è tra quelle che perde meno. Perdite più consistenti a Vicenza (-20%), Padova (-21%), Treviso (-21%), Verona (-28%) e soprattutto Belluno (-40%), sulla quale incidono le difficoltà legate alla stagione turistica invernale. Il saldo è negativo ovunque, tranne che a Padova (+106) e Vicenza (+445), e in linea con quello dell'anno scorso, con l'eccezione di Belluno dove si è passati dai +445 di novembre 2019 ai -192 di quest'anno.
Si conferma in calo il numero di ingressi in stato di disoccupazione, per l'effetto congiunto delle misure di salvaguardia dei posti di lavoro (blocco dei licenziamenti ed estensione della cassa integrazione), delle limitazioni agli spostamenti durante il lockdown e dell'aumento degli scoraggiati che hanno rinunciato a cercare un lavoro. Tra gennaio e novembre 2020 il flusso delle dichiarazioni di immediata disponibilità (Did) è diminuito del 17%, per un totale di 110.000 dichiarazioni presentate a fronte delle 133.000 dello scorso anno. A novembre, la flessione è stata del 30%.
L'aggravarsi della situazione pandemica prefigura un nuovo trend negativo, anche in vista di una stagione turistica invernale che appare sicuramente compromessa per l'adozione delle misure restrittive condivise a livello europeo. Per il Pil Veneto le previsioni di Prometeia vedono una flessione pari al -10% (-10,6% a luglio) a fronte di un dato nazionale del -9,6%, per effetto del significativo peso del settore turistico sull'economia regionale e della maggiore apertura internazionale del manifatturiero rispetto al complesso nazionale.