Maxi operazione anti riciclaggio,
coinvolti industriali veneti e friulani

Martedì 9 Agosto 2016
Maxi operazione anti riciclaggio, coinvolti industriali veneti e friulani
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Sono 37 gli industriali, molti anche delle province di Vicenza, Venezia, Padova, Treviso, Trento, Pordenone, implicati nell'operazione sul riciclaggio "Serial withdrawal", prelievi serieli, su cui ha lavorato da fine 2014 la Guardia di Finanza di Sarnico (Bergamo), arrivata a scoprire il riciclaggio di milioni di euro provenienti da emissione e utilizzo di fatture false nel settore del commercio metalli. Il denaro, distratto dai conti di numerose società del nord Italia, veniva girato su conti correnti aperti in banche nella Repubblica Slovacca e lì, grazie ad innumerevoli prelievi di contanti, se ne perdevano le tracce. 

Al centro della frode una società di Grumello del Monte, gestita da un 60enne di Clusone, che aveva il ruolo di emettere fatture false nei confronti di numerosi imprenditori i quali, pagandole, prelevavano ingenti somme dalle casse societarie. Il denaro così distratto veniva poi girato su conti correnti esteri intestati a due “cartiere” di Bergamo e Guastalla (Reggio Emilia), operazione finanziaria che avveniva contabilmente quale pagamento di false fatture che le “cartiere” a loro volta emettevano alla società di Grumello del Monte. Le "cartiere", dopo aver svolto il proprio ruolo di emittenti di fatture false per milioni di euro e di trasferimento delle somme all’estero, venivano abbandonate senza presentare alcuna dichiarazione e facendo sparire la contabilità. 

Nel meccanismo, secondo le indagini delle Fiamme Gialle, erano inseriti un autotrasportatore 61enne di Villa di Serio, che aveva il compito di emettere falsi documenti attestanti il trasporto della merce indicata nelle fatture per operazioni inesistenti, un commercialista 42enne di Aversa (Caserta), con studio a Bergamo, che forniva il proprio apporto “professionale” nell’organizzazione della frode e un 60enne piemontese residente a Montecarlo, che fungeva da “intermediario” tra chi emetteva le fatture fittizie e chi le utilizzava. Grazie a questo articolato sistema, i destinatari delle fatture false - grossi imprenditori lombardi, veneti, trentini, emiliani, friulani e piemontesi operanti nei settori dell’industria meccanica, della fabbricazione di mobili metallici, della fabbricazione di minuteria metallica, della fabbricazione di radiatori e caldaie, della fabbricazione di porte e finestre metalliche ed altri - potevano trasferire ingenti somme di denaro all’estero. Qui i conti così alimentati venivano costantemente svuotati tramite quotidiani prelievi di denaro contante, che poteva quindi essere rimesso nella disponibilità degli imprenditori stessi, previo un ovvio compenso per il “servizio” fornitogli dall’organizzazione. 

Ruolo determinante nel riciclaggio del denaro l’avevano un 57enne di Guastalla (Reggio Emilia), e P.L.S., 50enne di Sale Marasino (Brescia), i quali si recavano di sovente in Slovacchia per prelevare i contanti - sono stati individuati prelievi per importi superiori ai 13 milioni di euro - e concludere quindi il “servizio”.  Le Fiamme Gialle di Sarnico, al comando del luogotenente Stefano Slavazza, grazie a complesse indagini – sviluppate tramite l'esecuzione di perquisizioni locali e sequestri, l'acquisizione e l'analisi di tabulati telefonici, l'esame dei dischi cronotachigrafi di autotrasportatori, l'assunzione di informazioni da parte di varie persone e l'esecuzione di accertamenti bancari, anche su conti esteri, acquisiti con specifica rogatoria internazionale – sono riuscite a smascherare questo intricato sistema di frode, accertando un giro di fatture false per complessivi 20 milioni di euro, più iva per 4,4 milioni di euro, finalizzate, oltre che all’evasione delle imposte, ad un massiccio trasferimento all’estero del denaro ed al conseguente riciclaggio. Al termine delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Bergamo Antonio Pansa, che si è tra l’altro interfacciato con le autorità giudiziarie slovacche per le indagini bancarie sui conti esteri, sono state indagate otto persone resesi responsabili, a vario titolo, dei reati di dichiarazione fraudolenta, distruzione od occultamento di contabilità e riciclaggio. 

I titolari delle società che hanno beneficiato della frode ed hanno trasferito i soldi all’estero (37 industriali delle provincie di Bergamo, Brescia, Mantova, Vicenza, Venezia, Padova, Treviso, Trento, Reggio Emilia, Modena, Pordenone e Verbania), sono stati segnalati ai reparti della Guardia di Finanza territorialmente competenti ai quali dovranno rispondere per le rispettive violazioni fiscali e penali.
Ultimo aggiornamento: 10:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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