Esborso record per il tfr
degli ex della Regione Veneto

Domenica 26 Luglio 2015 di Giorgio Gasco
Una seduta del precedente Consiglio regionale del Veneto
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VENEZIA - Nome e cognome e cifra da intascare dopo anni di onorato servizio. L’elenco non era segreto, ma ora i "quarantaquattro" sono messi in ordine alfabetico nella delibera dell’8 luglio dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto e pubblicata sul Bollettino Ufficiale. Non resta che aprire il portafoglio e incassare.

E lo potrà fare anche Renato Chisso, l’ex assessore alle Infrastrutture finito nell’inchiesta sul Mose (ha patteggiato due anni e sei mesi, confermati l’altro ieri dalla Cassazione).



La certificazione di quanto dovuto come Trattamento di Fine Rapporto (Tfr) per 44 consiglieri non più rieletti o che non si sono ricandidati, è toccata al nuovo vertice dell’assemblea, guidato dal presidente Roberto Ciambetti, il leghista che di conti se ne intende, grazie agli anni trascorsi come assessore al Bilancio.

Prima, dell’assegno di fine mandato se ne occupava la dirigenza del "parlamentino". Con la riforma del 2012, l’incombenza è passata sul tavolo della presidenza.



Certo che, 44 ex su 60 che hanno "abitato" il Palazzo negli ultimi cinque anni, sono un record storico. Ma con le ultime elezioni, i partiti hanno voluto "girare i materassi" e rinfrescare l’aria della "stanza". Con conseguente esborso di 2 milioni 710mila euro trovati dalle casse del Consiglio. Non c’é scampo, è la legge a stabilire l’assegno di fine mandato. Per questo, scorrendo l’elenco le cifre sono ripetitive. Lo spiega la stessa normativa: «L’ufficio di presidenza è autorizzato ad erogare ai consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti o dimissionari, un assegno pari ad una mensilità dell’indennità consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato per gli anni fino al 2012 e di una mensilità dell’indennità di carica lorda per ogni anno di effettivo esercizio del mandato svolto successivamente al 2012. Ai fini del calcolo dell’importo spettante si tiene conto solo dei primi 10 anni di mandato».



Traducendo, chi ha fatto una sola legislatura (cinque anni dal 2010 al 2015) prende 42mila euro. Chi ha fatto due legislature, dal 2005, 90mila euro. Chi ne ha fatte più di due, 96mila euro. Tutte cifre al lordo, sulle quali ognuno dei "44" dovrà pagare mediamente il 25% di tasse.



La riforma della legge regionale sul Tfr, ha così limitato a 10 gli anni (deterrente per gli amministratori "per sempre") necessari per ottenere l’assegno di fine mandato. Chi fa più mandati, non otterrà somme superiori al massimo di 96mila 244 euro. Come è stato per Federico Caner, Giancarlo Conta, Piergiorgio Cortellazzo, Gustavo Franchetto, Giovanni Furlanetto, Pietrangelo Pettenò, Daniele Stival, Carlo Alberto Tesserin, Lucio Tiozzo, Raffaele Grazia e Franco Manzato.

E c’é anche Renato Chisso. Molti pensavano che l’ex assessore, a seguito delle vicende giudiziarie, non dovesse ottenere un centesimo. Invece, dagli uffici regionali ricordano che non è possibile appellarsi né alla legge Severino né alla normativa veneta, in base alla pena della condanna o del patteggiamento. Meglio, dunque, evitare ricorsi pericolosi.



Tra chi incasserà meno, Amedeo Gerolimetto (3.620 euro), Alessio Alessandrin, Rolando Bortoluzzi e Stefano Falconi (7.134). Quanto a lungimiranza, spicca Massimo Giorgetti. Alla vigilia del voto di maggio, l’ex assessore, ora diventato decano dell’assemblea veneta dopo il ritiro di Tesserin, ha sorpreso tutti dimettendosi da consigliere. Ha così potuto incassare il massimo (96mila 244 euro, ha fatto più di due mandati); al contrario per ottenere il Tfr, Giorgetti (rieletto e ora vicepresidente del Consiglio regionale) avrebbe dovuto attendere la fine della legislatura, fra cinque anni. Con i tempi che corrono, con la "spending review" in agguato e con possibili riforme, meglio incassare subito.
Ultimo aggiornamento: 15:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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