Veneto, contagi in salita. I broker offrono vaccini anche alle altre Regioni

Domenica 21 Febbraio 2021 di Alda Vanzan
Veneto, contagi in salita. I broker offrono vaccini anche alle altre Regioni
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«Tutte le Regioni italiane hanno ricevuto offerte di disponibilità di vaccini anti-Covid». È quanto è emerso, stando a fonti di Palazzo Balbi, nella teleconferenza dei presidenti delle Regioni coordinata da Stefano Bonaccini tenutasi ieri pomeriggio. Dunque non solo il Veneto è stato contattato da intermediari per proporre l'acquisto di vaccini.

Ma il Veneto, prima di altri, ha informato l'Agenzia del farmaco, l'Aifa, e da questa è stata dirottata sul commissario straordinario Domenico Arcuri. Dopodiché l'interlocuzione con gli intermediari si è fermata alla richiesta avanzata dal Veneto: sapere il numero dei lotti e la scadenza delle forniture per poter avere l'autorizzazione statale alla trattativa e quindi all'acquisto. Adesso, con l'indagine partita dalla Procura di Perugia, la partita è in mano ai carabinieri del Nas, ma il dato che accomuna le regioni è che tutte hanno bisogno di più vaccini per mettere in sicurezza la popolazione, tutte si lamentano dei tagli (ieri AstraZeneca ha comunicato che questa settimana saranno consegnate dosi con una decurtazione tra il 10 e il 15%), tutte hanno ricevuto offerte di disponibilità di dosi. «Lo si è scoperto parlando durante la riunione - riferiscono fonti regionali -. Tutti hanno avuto proposte di disponibilità, diciamo che il Veneto ha fatto da apripista». 


IL BOLLETTINO

E mentre i presidenti di Regione hanno chiesto un cambio di passo sulle norme che determinano i colori per evitare i continui cambi e legare le decisioni a parametri più oggettivi, a preoccupare sono i bollettini dell'emergenza sanitaria. Nell'arco di 24 ore il Veneto si è trovato con 1.244 nuovi casi di contagio, quando lunedì scorso era precipitato a 231. Va precisato che lo sfondamento del tetto di mille positivi è successo a cavallo di due giorni: dalle ore 8 alle ore 17 di venerdì 19 febbraio sono stati accertati 556 positivi al coronavirus, dalle 17 di venerdì alle 8 di ieri ce ne sono stati altri 688, per un totale appunto di 1.244 casi. Facendo invece il confronto tra i due bollettini serali, da venerdì a ieri l'incremento è stato solo di 950 nuovi contagi. Da giovedì a venerdì era stato di 941. L'aumento è costante dall'inizio della settimana e si è aggravato negli ultimi giorni, anche se il Veneto è rimasto nella fascia gialla grazie anche a un indice di trasmissione Rt tra i più bassi d'Italia (0.81).
Gli altri dati del bollettino sanitario veneto: nelle ultime 24 ore ci sono stati 14 morti per un totale di 9.711 decessi dall'inizio della pandemia, i posti letto nelle aree non gravi sono scesi a 1.211 (-7), i ricoverati in terapia intensiva sono diventati 133 (+1). Complessivamente, da un anno a questa parte, in Veneto si sono malate 326.051 persone.
Anche la Lombardia nell'ultima giornata ha registrato un boom di contagi, ben 3019. Lombardia e Veneto sono nel gruppo delle dieci regioni con Emilia-Romagna, Campania, Piemonte, Lazio, Sicilia, Toscana, Puglia e Liguria dove si sono registrati l'85% dei contagi da inizio pandemia. E adesso a preoccupare sono le varianti.


FRIULI VENEZIA GIULIA

Migliora invece la situazione in Friuli Venezia Giulia. È quanto risulta dall'analisi scientifica dell'andamento della pandemia fatta dal data scientist della Sissa, Scuola internazionale superiore di studi avanzati, Guido Sanguinetti: «La settimana appena conclusa (13/2-19/2) mostra una situazione in miglioramento, con diminuzione del numero di nuovi casi e con una riduzione della pressione sul servizio sanitario sia in area critica sia in area non critica». Il dato più incoraggiante - dice Sanguinetti - è la fortissima flessione registrata nel numero dei decessi, con un -48%, dopo molte settimane di bilanci pesantissimi. Resta il monito: «È importante mantenere alta la guardia, anche alla luce delle dinamiche repentine di aumento che si stanno verificando in altre regioni italiane».
Intanto il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga ha chiesto di rivedere l'elenco delle attività a rischio: «È necessario rivedere l'elenco delle attività economiche che mettono a rischio la tenuta sistema sanitario perché possono agevolare la diffusione del virus, le quali non possono riprendere e vanno indennizzate, dando invece alle altre la possibilità di riaprire in sicurezza. Questa valutazione deve però avvenire sulla base di criteri e studi scientifici che tengano conto della situazione attuale e non solo sulla scorta di quanto già attuato nelle prime fasi della pandemia».

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