Abusi e violenze, ecco i campanelli d'allarme nei bimbi

Sabato 18 Novembre 2017 di Elena Viotto
Abusi e violenze, ecco i campanelli d'allarme nei bimbi
UDINE Adesso il caso delle due maestre di un asilo dell'hinterland udinese sospese per presunti maltrattamenti ai danni dei loro piccoli alunni; a fine ottobre quello di un'altra insegnante di una diversa scuola dell'infanzia rinviata a giudizio con analoghe accuse dopo essere stata raggiunta alla fine dello scorso anno scolastico anche dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla scuola. Le cronache, locali e non solo, riportano diversi casi di presunti maltrattamenti di adulti nei confronti dei bambini. Alimentando dubbi e interrogativi dei genitori, una ridda di domande a cui possono rispondere solo gli esperti. «Non possiamo entrare nelle vicende di cronaca. Saranno gli organi competenti a valutarle. A livello più generale però possiamo dire che è fondamentale lavorare sulla prevenzione e sulla formazione mirata che aiuti adulti ed educatori a rendersi consapevoli del loro ruolo», premette la psicologa e psicoterapeuta Anna Degano, formatrice e docente, presidente di Aspic Fvg.

Come possono i genitori accorgersi che qualcosa non va? «Devono cercare di cogliere la parte emozionale dei propri bambini, specie di quelli più piccoli perché il mondo emozionale dice la verità su quello che loro vivono e su come si sentono. Sentire se sono sereni, se piangono spesso, se si arrabbiano facilmente oppure ancora se hanno comportamenti insoliti, nuovi, esagerati».
Quindi il primo campanello d'allarme sono i cambiamenti bruschi?
«Sì, come il rifiuto improvviso di andare a scuola, incontrare gli amici, andare alle feste, a volte il rifiuto di mangiare o, in caso estremo, il vomito. Il bambino tende a una situazione regressiva, ritorna nella disperazione dell'abbandono, sviluppa dei sintomi per attirare l'attenzione dei genitori».
In questo caso cosa possono fare le mamme e i papà per capire se c'è alle spalle qualcosa che veramente non va?
«È importante osservarli, fare attenzione ai segnali e ai comportamenti esagerati o inconsueti, iniziare a parlare al bambino. Fare domande semplici come chiedere come si trova, come si sente, cosa prova, cosa gli piace di più o cosa non gli piace. In quel periodo il genitore deve rimanere più nell'ascolto».
Quali sono le conseguenze che i maltrattamenti possono produrre nei bambini?
«Si deve valutare sempre caso per caso e il contesto in cui è avvenuto un episodio. Sempre parlando in linea teorica si può dire che i bambini vivono una situazione stressante e, in caso di atteggiamenti esagerati e reiterati nel tempo, possono avere conseguenze di tipo comportamentale, emozionale e anche fisiche. Specie i bambini più piccoli tendono a somatizzare, parlano con il corpo».
TA
Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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